“Le emissioni annuali di gas serra hanno raggiunto il livello più alto mai registrato”. Questo quanto emerge un nuovo rapporto pubblicato dall’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, a Cali in Colombia dove è in corso la Cop16 (la Conferenza delle parti sulla biodiversità).
“Il momento critico per il clima è arrivato – afferma Inger Andersen, direttore esecutivo dell’Unep – abbiamo bisogno di una mobilitazione globale e di agire a un ritmo mai visto prima, a partire da ora, prima del prossimo ciclo di impegni sul clima“.
Secondo l’analisi, l’Emissions gap report 2024, “i Paesi devono iniziare a ridurre immediatamente le emissioni. Sono necessari interventi urgenti per prevenire picchi catastrofici di temperatura ed evitare le conseguenze peggiori del cambiamento climatico“. In caso contrario, “l’obiettivo di 1,5 gradi per limitare l’aumento delle temperature stabilito dall’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici sarà presto morto”.
“Con le attuali politiche il mondo si avvia verso un aumento delle temperature di 3,1 gradi prima della fine del secolo – rileva l’Unep – anche accelerando sulle riforme si riuscirà a contenere il riscaldamento globale soltanto entro i 2,6 gradi, cioè ben al di sopra della soglia degli 1,5 gradi fissati nel 2015 dall’Accordo di Parigi“.
“Stiamo barcollando – osserva il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres – siamo su una corda tesa planetaria. O i leader colmano il divario delle emissioni o ci tuffiamo a capofitto nel disastro climatico, con i più poveri e vulnerabili che soffrono di più”. Secondo il ragionamento di Guterres “il divario delle emissioni non è una nozione astratta”, ed “esiste un collegamento diretto tra l’aumento delle emissioni e i disastri climatici sempre più frequenti e intensi”.