L’idrogeno come vettore energetico. Ci crede anche l’Italia. Arriva così la Strategia nazionale. Mobilità e industria sono i due grandi ambiti su cui punta il nostro Paese nel prossimo futuro. E’ stata presentata dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, insieme con il presidente del Gestore dei servizi energetici (Gse) Paolo Arrigoni, proprio nella sede romana del Gse.
“Oggi il governo vuole condividere con imprese e industrie una visione su un settore che già può contare su risorse complessive superiori ai 6 miliardi – ha osservato Pichetto – ma che ha ancora bisogno di sviluppare un mercato solido e va dunque accompagnato con nuovi strumenti, insieme a una forte coesione tra istituzioni”.
La nostra Strategia si articola su diversi scenari, con una matrice che vede tre possibili sviluppi su un orizzonte temporale di lungo periodo. La Strategia stima una domanda nazionale compresa tra 6 e 12 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio con una corrispondente necessità di elettrolizzatori variabile da alcuni Gigawatt fino ad alcune decine di Gigawatt a seconda delle condizioni e del contesto. L’orizzonte temporale varia dal breve al medio al lungo periodo, di qui al 2050.
Al momento un kg di idrogeno costa poco più di 12 euro. Occupa spazio pari 11 metri cubi. Ma cosa ci si può fare con un kg di idrogeno? Per esempio è possibile far muovere un’automobile a cella combustibile per 130 km, fornire riscaldamento per due giorni a un’abitazione, e produrre 9 kg di acciaio a partire dal ferro grezzo. L’idrogeno potrà essere un elemento fondamentale per la decarbonizzazione, in particolare per liberare l’industria dai grandi consumi energetici che contribuiscono alle emissioni di gas serra, e per rendere la mobilità del trasporto aereo e navale meno inquinante.
Nella Strategia nazionale – ha detto Arrigoni – “sono state fatte delle analisi anche rispetto alle infrastrutture per produrre, trasportare, stoccare e consumare l’idrogeno che, se ci riferiamo a quello verde, rinnovabile o a basse emissioni, ha determinati costi che devono scendere affinché possa nascere la domanda. Occorre scendere a prezzi di 2 euro, 2,50 euro al chilogrammo affinché possa crescere la domanda e parallelamente anche la produzione”. Secondo Alberto Dossi, presidente di H2IT – Associazione italiana idrogeno – “la pubblicazione della Strategia nazionale sull’idrogeno è un traguardo di grande importanza per tutta la filiera. Questo documento deve rappresentare un punto di partenza, non di arrivo. Ora è fondamentale trasformare le linee guida in azioni concrete attraverso un Piano operativo”.