Roma, 21 giu. (LaPresse) – “Non voglio rimanere per sempre a palazzo Chigi, non voglio fare il leader a vita” ma pure “non esistono alternative a questo Governo e a questa maggioranza”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al Senato rilanciando su “un partito da lasciare in eredità all’Italia partito forte, trasparente e democratico come il Partito popolare europeo che sia il baluardo di democrazia e di libertà”. Berlusconi, applaudito al termine del discorso anche dai senatori della Lega Nord, ha detto che “il nostro governo deve continuare a lavorare perché gli italiani ci hanno scelto, abbiamo ben governato” e quindi proseguirà fino a fine legislatura, anche perché “è nell’interesse degli degli italiani che il governo completi la legislatura” affinché garantisca stabilità. Una “crisi al buio” sarebbe una “follia e sciagura” per l’Italia, ha spiegato.
Il presidente del Consiglio ha poi sottolineato l’importanza dell’alleanza con la Lega: “Hanno provato in tutti i modi a dividerci ma non ci sono riusciti e non ci riusciranno mai”, ha detto riferendosi al leader del Carroccio Umberto Bossi e poi ha ancora aggiunto “ho ascoltato con attenzione le parole di Bossi a Pontida. Con la Lega c’è un’alleanza reale e solida. Insieme faremo la riforma costituzionale, del fisco e della giustizia nel totale rispetto del programma votato dagli italiani”. Ma per Bossi tutto è ancora da vedere. “Nulla è scontato, vediamo”, ha infatti risposto il Senatùr a chi gli chiedeva se l’esito della verifica alla Camera fosse già acquisito.
Il premier è tornato a parlare di Fisco, liquidando come assurdo quanto scritto dalla stampa, ovvero che ci sarebbero due linee in contrasto nel Governo, tra chi vuole aprire i cordoni della borsa e chi invece vuole rigore. “Ci saranno tre aliquote e più basse e la riduzione delle imposte a cinque”, ha detto Berlusconi ribadendo le parole dei giorni scorsi del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Per il premier sui conti pubblici “in condizioni quasi proibitive siamo riusciti a fare ciò che altri Paesi non hanno avuto la capacità o la fortuna di fare. La nostra gestione della crisi ci ha salvati dalla minaccia di default finanziario”. Se il Governo cadesse “sarebbe una sciagura” perché le agenzie di rating ci tengono sotto controllo e “vedremmo innalzare i costi di finanziamento del debito pubblico: dovremmo tagliare scuola, cultura, sanità, per bot e cct sarebbe una sciagura”.
Da Berlusconi è arrivato anche un appello all’opposizione, che “può dare nei prossimi mesi un importante contributo nel fare le riforme”. Ma il premier ha lanciato soprattutto un segnale ai centristi: “Ho sempre auspicato l’alleanza con le forze più moderate dell’opposizione. Ma fra i centristi è prevalsa l’idea di giocare di rimessa”.
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