Roma, 20 lug. (LaPresse) – “Non mi propongo di trarre oggi qui alcun bilancio. Fino alla scadenza del mio mandato che, lo ribadisco, avrà comunque termine entro il maggio 2013, io ho da concentrarmi, e mi concentrerò, sullo svolgimento dei miei compiti e doveri, senza indulgere a riflessioni retrospettive perlomeno precoci”. E’ questo uno dei passaggi più significativi del lungo discorso del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la cerimonia del ‘Ventaglio’ al Quirinale. Poi il capo dello Stato torna sul conflitto d’attribuzione sottilineando che non ha “nulla da nascondere, ma un principio da difendere, di elementare garanzia della riservatezza e della libertà nell’esercizio delle funzioni di capo dello Stato. Mi spiace che da parte di qualcuno non si intenda la portata di questa questione”.
Napolitano ha voluto evidenziare che “la decisione che nei giorni scorsi” che ha preso di “sollevare un conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale, è stata dettata dal dovere di promuovere un chiaro pronunciamento, nella sola sede idonea, su questioni delicate di equilibri e prerogative costituzionali, ponendo così anche termine a una qualche campagna di insinuazioni e sospetti senza fondamento e al trascinarsi di polemiche senza sbocco sui mezzi di informazione”. Napolitano ha anche detto che la scelta di sollevare il conflitto d’attribuzione “non risulti comoda per l’applauso e mi esponga a speculazioni miserrime”.
Il capo dello Stato nel corso della cerimonia del Ventaglio che si è svolta al Quirinale ha ribadito che “il primo nodo irrisolto da superare rapidamente è quello di una nuova legge elettorale che scongiuri il ripetersi dei guasti largamente riconosciuti e che risponda ad aspirazioni legittime avvertite dai cittadini” e auspica che la coesione nazionale “si confermi quel senso dell’interesse generale e della coesione nazionale che si è affermato dallo scorso novembre ad oggi”.
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