Bologna, 8 set. (LaPresse) – “Non ho nessuna intenzione di andare nel Pd, l’m5s è sempre stata ed è la mia casa. Che fai mi cacci?”. Sono le parole che Giovanni Favia, consigliere dell’Emilia Romagna del Movimento 5 stelle, ha scritto sul suo profilo di Twitter rivolgendosi, senza citarlo, al leader del Movimento, Beppe Grillo, dopo le polemiche dei giorni scorsi. Un rimando alla frase che, il 21 aprile 2010, nel corso della direzione nazionale del Pdl, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, disse al leader del Pdl e allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dopo che quest’ultimo lo invitò a lasciare la carica. Dopo quell’episodio Fini lasciò il partito.
Le parole di Favia seguono di un giorno quelle del suo chiarimento in merito al fuorionda registrato qualche mese fa e trasmesso da ‘Piazza pulita’ su La7, nel quale, credendo di non essere ripreso, si lascia scappare che “Casaleggio (il braccio destro di Beppe Grillo, ‘guru’ della rete e presidente della Casaleggio associati, ndr) ci prende per il c… tutti perché da noi la democrazia non esiste”. Cercando di chiarire il concetto, il consigliere aveva spiegato che “parlando di assenza di democrazia, non attaccavo il Movimento, ma un problema che oggi abbiamo e che presto dovrà risolversi. Ovvero la mancanza di un network nazionale dove poter costruire collettivamente scelte e decisioni, comprese le inibizioni e le attribuzioni del logo”.
Affermazioni, le sue, che non hanno ancora provocato una diretta reazione da parte di Grillo che, però, pubblica sul suo blog l’intervento di Maurizio Ottomano, giornalista freelance, che parla della vicenda in termini di complotto. “Apparentemente – scrive – è bastato far sfogare un Consigliere M5S della Regione Emilia in un fuori-onda’ rubato (secondo chi lo avrebbe realizzato), per scatenare il dibattito fuori e dentro il MoVimento e mettere in difficoltà il suo portavoce più insigne, Beppe Grillo, nonchè il compagno di tante battaglie Gianroberto Casaleggio”.
Per il giornalista si tratterebbe di un “fuori-onda concordato ad hoc” e a dimostrarlo ci sarebbero diversi fatti. “Incredibilmente – si legge sul blog – l’audio del fuori-onda è perfetto: non ha nulla a che fare con servizi ‘rubati’ nel passato delle trasmissioni di cronaca in tv”. Niente microfoni nascosti, parole scandite chiaramente e, un atteggiamento, quello di Favia, che non è “lo sprovveduto che pensiamo, in balia del giornalista cattivo (Gaetano Pecoraro, ndr) di una tecnologia sconosciuta”.
“In tutta onestà – conclude il giornalista nel pezzo sul blog di Grillo – questa storia appare molto ben congegnata, ma non così bene da distruggere il MoVimento 5 Stelle”.
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