Roma, 24 ott. (LaPresse) – Dopo mesi di indiscrezioni, dichiarazioni, smentite è arrivato l’annuncio ufficiale da parte del diretto interessato: Silvio Berlusconi non si candiderà a premier e fa quel “passo indietro” di cui parlava da tempo. “Non ripresenterò la mia candidatura a premier – spiega il leader del Pdl in una lunga nota – ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol. Ho ancora buoni muscoli e un po’ di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività”. “Per amore dell’Italia – aggiunge – si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d’amore che mi spinsero a muovermi allora”.

LE PRIMARIE. E insieme all’annuncio di non voler scendere direttamente in campo, il Cavaliere parla anche delle primarie del Pdl, spiegando che “il movimento fisserà la data in tempi ravvicinati”, probabilmente il 16 dicembre, come da lui stesso suggerito. “Sapremo entro dicembre – dice – chi sarà il mio successore, dopo una competizione serena e libera tra personalità diverse e idee diverse cementate da valori comuni”. A decidere “saranno gli italiani – spiega Berlusconi – che credono nell’individuo e nei suoi diritti naturali, nella libertà politica e civile di fronte allo Stato, ad aprire democraticamente una pagina nuova di una storia nuova, quella che abbiamo fatto insieme, uomini e donne, dal gennaio del 1994 ad oggi”. Nell’investitura “dal basso” ciascuno potrà contribuire a “formare e cambiare un paese in crisi, ma straordinario per intelligenza e sensibilità alla storia, che ce la può fare, che può tornare a vincere la sua battaglia europea e occidentale contro le ambizioni smodate degli altri e contro i propri vizi”.

IL GOVERNO MONTI. Il Cavaliere torna anche a parlare del governo Monti e di quanto fatto finora dall’esecutivo tecnico. La scelta di affidare al professore la guida “provvisoria” del Paese, spiega Berlusconi, è stata “responsabile”, fatta “con sofferenza ma con altrettanta consapevolezza”. “Il presidente del Consiglio e i suoi collaboratori – dice oggi l’ex premier – hanno fatto quel che hanno potuto, cioè molto, nella situazione istituzionale, parlamentare e politica interna, e nelle condizioni europee e mondiali in cui la nostra economia e la nostra società hanno dovuto affrontare la grande crisi finanziaria da debito”.

Eppure degli errori, dice, sono stati commessi, anche se alcuni sono “riparabili”, “a partire dalle correzioni alla legge di stabilità e ad alcune misure fiscali sbagliate”. Merito del governo tecnico è stato, per il leader del Pdl, quello di “arginare con senso di responsabilità e coraggio le velleità neocoloniali che alcuni circoli europei coltivano a proposito di una ristrutturazione dei poteri nazionali nell’Unione Europea”.

LE REAZIONI. La decisione di Berlusconi è stata accolta con favore da buona parte del Pdl. Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, si tratta di un gesto “di generosità e di apertura al futuro che tutti ci aspettavamo” e la scelta delle primarie “è la premessa per ricostruire uno schieramento vincente e alternativo alla sinistra estrema di Vasto”. Parla di “decisione storica” l’ex ministro Gianfranco Rotondi e di scelta “che mobilita e rilancia il popolo del centrodestra” il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.

Secondo il coordinatore nazionale del partito, Ignazio La Russa, ora “la fase di incertezza viene così superata e si apre un ampio e profondo orizzonte alla nostra area politica”, anche alla luce delle prossime regionali in Sicilia. “La scelta di fare un passo indietro e ricoprire il ruolo di guida esterna lasciando a una nuova classe dirigente, selezionata a tutti i livelli attraverso le elezioni primarie, il compito di riaffermare i valori, l’identità e il progetto politico del centrodestra – dice invece l’ex ministro Giorgia Meloni – è quella che abbiamo da sempre indicato come la migliore”. Sostegno anche da parte di Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, e Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del partito al Senato, che parlano di una decisione capace di “sgombrare il campo dai veleni di quest’ultimo periodo”.

“Atto di generosità” quello di Berlusconi, anche per il segretario federale della Lega nord, Roberto Maroni, che sullla sua pagina Facebook scrive di apprezzare “molto” la decisione del Cavaliere “che apre nuove prospettive per il futuro”.

IL CENTROSINISTRA. Immediata la reazione dell’opposizione all’annuncio di Berlusconi. “Per me – dice il segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani – queste primarie del centrodestra sono una buona notizia. Vuol dire che le primarie sono contagiose, abbi9amo segnato la strada anche gli elettori, i cittadini del centrodestra hanno diritto a partecipare a fare lo loro scelte. Adesso aspettiamo quelle di Grillo”. “Con Berlusconi – dice invece Bruno Tabacci, candidato alle primarie del Pd – non si sa mai se scherzi o se parli seriamente”.

“Berlusconi si ritira? Ora è tempo – è il commento di Nichi Vendola – che si ritiri il berlusconismo, che si bonifichi l’Italia avvelenata da 20 anni di morfinismo intellettuale, che si ricostruisca un lessico civile per ridare dignità e forza all’Italia migliore. E comunque, addio Silvio. Senza rimpianti”.

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