Dalla nostra inviata Laura Carcano

Palermo, 29 ott. (LaPresse) – Erano in una quarantina nella sede di Palermo del Movimento 5 stelle, in via Respighi 2, i sostenitori del 37enne Giancarlo Cancelleri, l’alfiere di Beppe Grillo in Sicilia. Cancelleri però non c’era. Era a Caltanissetta. Lui, spiegano, “sta e opera a Caltanisetta perché è una persona normale, legata al suo territorio, alla sua famiglia, non un presenzialista. E poi noi lavoriamo con il virtuale, sulla rete. Da noi contano le idee”. Loro lo chiamano ‘meet up’, ce ne sono in ogni città, luoghi di aggregazione virtuale di militanti e simpatizzanti. “Il rapporto fra Palermo e gli altri capoluoghi provinciali è uno a uno”, dicono. E loro, palermitani, non si sentono ‘orfani’ del loro candidato perché non è presente fisicamente a Palermo con un comitato.

“Il concetto di sede fisica è superato. Noi abbiamo risparmiato in questa campagna ‘low cost’ abbiamo speso solo 30mila euro per tutta la regione. E’ tutto documentato sul sito del movimento”, fanno notare. A differenza di altri candidati, radicati anch’essi in altre province, ma con una sede elettorale a Palermo, magari nel centro della città, Cancelleri ha avuto nella sua campagna come riferimento fisico il suo territorio, Caltanissetta, sede del suo comitato, anche se poi ha girato con Grillo nel tour siciliano in tutta l’isola. Niente ‘calata’ dalla periferia al capoluogo regionale domani, quindi, nel grande giorno del dopo voto per Cancelleri.

Qualche bibita, qualche scatola di biscotti, qualche stuzzichino per gli attivisti e i simpatizzanti palermitani che con Grillo hanno animato questa campagna elettorale al cui esito tutta Italia sta guardando con grande attesa. Qualcuno la definisce un test nazionale. E sicuramente i riflettori sono puntati proprio su di loro, sui ‘grillini’ per capire se faranno il risultato col botto, a due cifre, che qualcuno ha previsto e su cui molti scommettono già. Un movimento che in Sicilia non arrivava al 5%, che ha riempite le piazze con Grillo in 17 giorni di ciclone mediatico, ora potrà dimostrare se è stato in grado di riempire anche le urne di schede con il simbolo dei grillini.

“Ma a noi – dice uno di loro, candidato al consiglio regionale – questa definizione di ‘grillini’ non piace”. In via Respighi 2, l’età media è 30-35 anni fra coloro che hanno l’aria di gente che pensa di avere a breve qualcosa di importante da festeggiare. “Ma qui – fanno notare – viene anche qualche vecchietto”. C’è l’agronoma, c’è lo studente, c’è l’operatore culturale che fa più lavori da free lance, c’è il programmatore informatico. “Ma – sottolinenano per sfatare uno stereotipo del grillino smanettone o da Silicon Valley – non è che siamo tutti informatici, siamo informati sulla rete, è diverso”. Chi di loro è candidato assicura che se eletto a palazzo dei Normanni porterà trasparenza, temi della sostenibilità ambientale, lotta ai costi della politica. “Abbiamo capovolto – dicono il modo di intenderla la politica: sono i cittadini che sono venuti a cerrcarci nella campagna, non noi ad andare da loro per cercare il voto, come si è sempre fatto con i partiti tradizionali. Siamo andati per le strade e la gente ci ha manifestato interesse”.

Nella sede palermitana si respira grande ottimismo. Il locale dà sulla strada, non appare una sede di rappresentanza. Dentro nemmeno una gigantografia del candidato presidente Cancelleri, di cui sono tappezzati solitamente i comitati elettorali dei partiti. Di tradizionale, solo qualche santino e volantino cartaceo su un tavolinetto. “Per raggiungere anche l’elettorato che non sta nella rete”, spiegano, quasi a giustificarsi per l’uso del vecchio armamentario propagandistico da prima e ancora da seconda repubblica. E se Cancelleri fosse eletto presidente, dove lo festeggeranno? “Qui – rispondono – e, in modo virale, ovunque ci sarà qualcuno che ha creduto al nostro programma per la Sicilia che abbiamo costruito in modo democratico grazie alla rete”.

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