Dalla nostra inviata Laura Carcano

Palermo, 28 ott. (LaPresse) – Le elezioni che si tengono oggi in Sicilia si profilano con un valore di test politico nazionale. Chiamati al voto 4.426.754 siciliani (di cui la maggioranza, 2.284.380 donne). Si voterà in 5.307 sezioni sparse nei 390 comuni delle nove province dell’isola. Dieci i candidati alla presidenza della Regione Siciliana. Ma si fronteggiano per la carica di presidente principalmente quattro candidati: Nello Musumeci, sostenuto dalla Destra e dal Pdl, Rosario Crocetta, sostenuto da Pd e Udc, Gianfranco Micciché, sostenuto dall’MpA, da Grande Sud e da Fli, e Giancarlo Cancelleri, sostenuto dal Movimento 5 Stelle. E proprio Cancelleri è la grande incognita, dopo una campagna elettorale intensissima fatta da Beppe Grillo, che ha imperversato per 17 giorni sull’isola, esordendo con una traversata a nuoto, riempiendo poi le piazze con migliaia di persone ai suoi comizi da one man show.

Il fattore Grillo potrebbe riverberarsi anche sulla partecipazione: bisognerà vedere se il comico genovese, dopo aver richiamato le folle ai comizi e colmato le piazze, tradurrà questo effetto nelle urne. Candidata della Sinistra (Sel, Verdi, Fds, Idv) è Giovanna Marano, trovatasi a sostituire in corsa Claudio Fava, leader di Sel con maggiore notorietà, e alle prese con la sfida di conservare il bacino di consensi attribuiti all’esponente del partito di Vendola. Gli altri candidati, Gaspare Sturzo, Mariano Ferro (I Forconi), Cateno De Luca (Rivoluzione siciliana), Giacomo Di Leo (Partito comunista dei lavoratori) e Lucia Pinsone (Voi), sostenuti da movimenti locali si dividerebbero circa il 4,5% dei consensi, con una soglia di sbarramento del 5% all’assemblea Regionale per partecipare alla ripartizione dei seggi.

A poter incidere sull’esito delle regionali è anche il voto disgiunto, la possibilità cioè per il cittadino elettore di votare per una lista e allo stesso tempo per il candidato a governatore regionale di un altro schieramento. Il rischio, consistente, è che chi vincerà le elezioni probabilmente non avrà la maggioranza in Assemblea e si troverà così nella necessità di trovare punti di intesa con l’opposizione. Il voto chiude quattro anni di governo del presidente Raffaele Lombardo, in una situazione di alta tensione politica e frammentazione sia a destra che a sinistra. In questi anni forze della maggioranza (Pdl e Pid) sono passate all’opposizione e partiti di minoranza (Pd) hanno scelto di sostenere a un certo punto della legislatura l’esecutivo in carica. Sulla Regione Sicilia nel 2012 grava un debito di quasi 6 miliardi di euro, 100mila precari e nodi da risolvere come le società controllate e 25mila forestali.

C’è grande attesa anche a Roma per il risultato del voto in Sicilia. Con Berlusconi all’attacco di Monti, sconfessato ieri dall’ex premier dopo averne solo qualche ora prima ricevuto l’apprezzamento, in seguito alla sentenza che ha colpito il Cavaliere nuovamente e a un annuncio di ritorno in campo, anche se non come candidato premier, a essere messo in difficoltà è proprio Angelino Alfano. All’ex delfino di Berlusconi e segretario del Pdl, che ha lavorato su una linea più moderata ed europeista, non resta che sperare in un positivo risultato elettorale nella sua Sicilia.

Twitter @carcanolaura

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata