Roma, 1 nov. (LaPresse) – “Qui a maggio andiamo a casa: non entriamo in Parlamento. La storia già la conosco. L’Italia dei Valori è finita domenica sera, a Report. Mediaticamente siamo morti. Siamo vittime di un killeraggio, di un sistema politico e finanziario che non ha più bisogno di noi”. Lo ha detto il leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro, in una intervista pubblicata stamane dal Fatto.

Chi spegne la luce? “Noi – risponde – non più io. Combattiamo, ma sarà dura: porte sbarrate a sinistra, porte sbarrate ovunque. Siamo isolati, speriamo che i nostri elettori ci aiutino”. E se va male? “Faremo opposizione – dice – fuori dal palazzo. E tiferemo per Beppe Grillo”.

“Sono perseguitato, e non per caso”, sostiene Di Pietro. Cosa pensa di scontare? “Quello che rompe le scatole – spiega – al governo di Mario Monti e critica il presidente Napolitano per il conflitto d’attribuzione con la Procura di Palermo viene automaticamente escluso. Io lo sapevo, ma non posso rinunciare ai principi dell’Idv”.

Di Pietro annuncia di voler fare le primarie “subito, in rete. Chiunque – spiega – potrà presentare il proprio curriculum, che sia un iscritto al partito o un semplice simpatizzante, un comitato di garanti esaminerà la candidatura e un sistema elettronico, come quelli che usa Grillo, selezionerà i migliori. Così eviteremo i casi Sergio De Gregorio. Deve sapere che io, Grillo, lo ammiro e lo copio”.

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