Roma, 2 nov. (LaPresse) – L’asse Grillo-Di Pietro è ancora solo una strana creatura della fantapolitica di casa nostra, ma la sponsorizzazione del fondatore del Movimento 5 stelle nei confronti leader Idv per una eventuale candidatura al Quirinale ha già i suoi effetti concreti: avvia una dura secessione all’interno del partito creato dall’ex magistrato e riempie di “no” le pagine dei siti web legate al M5S. Ad esempio, sul blog di Grillo, l’utente Franco non ha dubbi: “Beppe, la casta ha trovato il modo di neutralizzarti: ti hanno mandato Di Pietro”. “Cioè quindi, ancora una volta, bisogna scegliere il ‘meno peggio’ tra i vari disonorevoli? Non si può fare diversamente?” domanda, rassegnato, Steve. Pensa invece sia tutta colpa dell’odio maturato dal comico genovese nei confronti della tv negli ultimi tempi, Guido: “Caro Beppe – si chiede – tu non lo guardi Report, vero?”, facendo riferimento al fatto che la benedizione al leader Idv sia arrivata proprio all’indomani del racconto degli scenari poco chiari sulla gestione dei fondi del partito fatto dalla trasmissione di Milena Gabanelli. E se il popolo grillino respinge l’idea di un apparentamento con Di Pietro, è lo stesso stato maggiore del partito dipietrista a ribellarsi al leader.
E’ il capogruppo Italia dei valori alla Camera, Massimo Donadi, che non ha gradito l’intervista rilasciata al Fatto quotidiano in cui Di Pietro dichiara “mediaticamente morto” il partito, a guidare la rivolta: “Non ci sono precedenti nella storia repubblicana di un leader che fa il necrologio del suo partito sulle colonne di un giornale, dicendo in più che sosterrà Grillo – spiega ai microfoni di Tgcom 24 – Questa è un’operazione articolata da due politici navigati. Di Pietro ha scritto il necrologio troppo presto, mettendo la testa dell’Idv su un vassoio d’argento”.
“Negli ultimi sei mesi – spiega Donadi – Di Pietro ha sbagliato tutto: attaccando Napolitano, ha rotto deliberatamente l’alleanza col centrosinistra portando in Sicilia a un’innaturale alleanza a sinistra. La scelta di Di Pietro di abbandonare il centrosinistra per cedere alle sirene dell’antipolitica di Grillo è quella di un leader che non è più utile al suo Paese”. Il presidente dei deputati Idv, però, non si limita a ‘rottamare’ il suo leader. Fa di più: lo paragona al nemico di sempre. “Di Pietro di oggi decide di tradire la sua storia, con un declino – azzarda – simile a quello di Berlusconi, cambiando idea dalla sera alla mattina senza rendersi conto che quanto potevano dare alla politica lo hanno già dato”.
L’Idv è davvero morto, allora? Non secondo Donadi, che ritiene possibile che il partito possa sopravvivere al suo fondatore: “Alfano – spiega – sta dimostrando che esiste un Pdl senza Berlusconi, così come la Lega senza Bossi. Se l’Idv avrà la forza potrà continuare a esistere senza Di Pietro ed evitare di scendere in piazza a gridare con Grillo”. Contrario all’idea di un ticket che veda Di Pietro al Quirinale e Grillo a palazzo Chigi anche il leader del Pd Pier Luigi Bersani: “Penso che questa soluzione non sia utile al Paese né come moderna democrazia né come direzione di marcia per il Paese in crisi. Non so se sia vero che Di Pietro ha preso questa direzione – conclude – è chiaro che ciascuno va dove lo porta il cuore”.
Sulla vicenda interviene anche il segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani, che di fronte all’asse Grillo-Di Pietro ammette che “questa situazione non è utile al Paese”. “Non so se sia vero che Di Pietro ha preso questa direzione – ha detto Bersani a Milano, nel corso di una conferenza stampa con il candidato cancelliere della Spd Peer Steinbruk – è chiaro che ciascuno va dove lo porta il cuore”.
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