Roma, 8 nov. (LaPresse) – “Il mio è stato solo uno sfogo per esprimere delle perplessità. Sono d’accordo con Alfano sulla necessità di uscire oggi con una decisione. Secondo me, a questo punto, occorre andare avanti sulle primarie”. Così, Silvio Berlusconi, parlando della questione delle primarie, per la prima volta cede al segretario del Pdl Angelino Alfano che esprime una idea opposta alla sua.
“Mentirei – aveva dichiarato Berlusconi – se dicessi che considero le primarie salvifiche, abbiamo bisogno di volti nuovi e protagonisti nuovi”. A stretto giro la secca risposta di Alfano: “Questo ufficio di presidenza – ha detto nel corso della riunione del vertice del partito, che deve approvare il regolamento della consultazione per la scelta del leader candidato – ha deliberato le primarie. Io sono per andare avanti. In ogni caso, o si prende una decisione, qualunque essa sia, o saremo ‘barzellettati’ e io non ci sto”. Serve – ha aggiunto Alfano – una grande rivoluzione all’interno del partito. Bisogna cambiare tutto, non solo il nome per recuperare i nostri elettori. C’è bisogno di un grande choc. Serve un Berlusconi del ’94”.
Incassato il passo indietro di Berlusconi, Alfano ha rincarato: “Io raccolgo la sfida delle primarie. Altrimenti, quale è l’alternativa? Forse inseguire qualche gelataio o ex presidente di Confindustria che nei sondaggi va peggio di noi? Dobbiamo aspettare che arrivi il Berlusconi del ’94? Finora non è venuto fuori. Allora scegliamolo tra noi”.
Ma subito dopo ha smorzato, lasciando sempre una porta aperta al Cavaliere, con una sorta di diritto di prelazione: “A meno che, è chiaro – ha aggiunto rivolgendosi direttamente a Berlusconi – non ci sia una scelta che la riguarda personalmente sulla quale c’è la clausola di sempre”.