Roma, 17 nov. (LaPresse) – “Questo governo è nato sull’onda dell’emergenza, trovandosi di fronte ad un bivio drammatico: lasciare affondare il Paese o sforzarsi di uscire dalla palude. Tra questi due estremi il primo passo è stato compiuto ed è quello del risanamento che era condizione preliminare per ogni altro obiettivo e anche necessario a evitare che l’Italia, per la sua dimensione, non determinasse un cambiamento dello scenario europeo, e forse mondiale, degli avvenimenti economici e finanziari”. Ad annunciarlo è Palazzo Chigi, nell’introduzione del documento intitolato ‘Un anno dopo. Il governo, l’Italia, i cittadini. Appunti di viaggio’, nel quale viene tracciato un bilancio di un anno di governo Monti.

“Forse oggi – si legge nel testo – senza le politiche di rigore messe in atto dall’esecutivo, non ci sarebbe più l’Eurozona. O sarebbe notevolmente ristretta come dimensione geografica, senza quello che l’Italia, con uno sforzo collettivo di cui non si ricordano molti precedenti nella storia repubblicana, è riuscita a compiere”.

L’esecutivo ammette, però, che “certamente sarebbe stato necessario fare di più, e forse alcuni errori sono stati commessi, ma l’impianto delle riforme necessario ad uscire dalla fase di emergenza è stato condiviso dalla ‘strana maggioranza’ che ha appoggiato l’esecutivo”. “Molto di più – scrive Palazzo Chigi – si sarebbe dovuto fare in favore delle classi più disagiate del Paese, soprattutto per sostenere le famiglie che con il loro welfare sono il vero tessuto produttivo grazie al quale l’Italia non ha subito un contraccolpo negativo come, ad esempio, è successo negli Stati Uniti”. Il governo, si legge ancora nel documento, “ha cercato di rappresentare la realtà ai cittadini spiegando senza contraffazioni e con un linguaggio di verità la situazione e i rimedi adottati. Non sono state fatte promesse, né alimentate illusioni”.

Le cinque parole chiave scelte dal governo per tracciare il bilancio di un anno di lavoro a Palazzo Chigi e ridisegnare “la nuova Italia” sono “credibilità, coesione, responsabilità, legalità e visione”. Per quanto concerne la credibilità, si legge nel documento, l’Italia che si affaccia al 2013 è “un’Italia che non vuole limitarsi a recepire in modo passivo gli orientamenti politici dell’Unione Europea, ma che vuole contribuire sempre di più a determinare questi orientamenti”. Per quanto concerne la coesione, il governo “in particolare ha voluto trasformare il Mezzogiorno in un’occasione per il rilancio dell’economia italiana. Il vecchio modello di sviluppo ammetteva i ritardi del Mezzogiorno come elementi strutturali del sistema economico”. Oltre al piano di azione e coesione per il Mezzogiorno, si legge ancora, “il governo ha previsto a valere sulle risorse nazionali interventi per l’inclusione sociale. Il Dipartimento della Famiglia ha messo a disposizione una somma di 117 milioni di euro per sostenere politiche familiari”.

“Un anno di Governo è stato un anno di responsabilità – spiega ancora il documento di Palazzo Chigi -: da parte dei cittadini, delle imprese, del mondo politico e delle istituzioni. Tutti sono stati chiamati a contribuire allo sforzo comune. Attraverso un piano di semplificazioni consumatosi in due tempi, a gennaio con il Semplifica Italia e poi a ottobre con il secondo provvedimento specificamente orientato alla Crescita, il Governo ha cercato di eliminare la diffidenza che separa cittadini e amministrazioni” mentre “per gli imprenditori le semplificazioni hanno portato minori adempimenti in materia di sicurezza sul lavoro e meno vincoli nelle procedure di appalto”. Per quanto riguarda la legalità, il Governo fa sapere che con le norme introdotte con il Salva Italia, sono stati recuparati all’evasione 13 miliardi di euro.

Infine, l’ultimo punto, il più importante: la visione. “E’ il pilastro più importante dell’azione di un Governo. Insieme credibilità, coesione, responsabilità e legalità riassumono le prospettive di quanto ha fatto l’Esecutivo nell’ultimo anno. La visione invece si rivolge al futuro, al Paese che verrà e soprattutto a coloro che domani avranno il compito di lavorare per migliorarlo. Per questo motivo “visione è soprattutto impegno per le giovani generazioni. Partendo dall’Europa come punto di ispirazione – conclude il documento di Palazzo Cihigi – il Governo ha agito nella convinzione ‘che ciò che restringe le opportunità per i giovani poi si traduce in minori opportunità di crescita e di mobilità sociale per l’intero Paese’, come ha sottolineato il Presidente del Consiglio nel discorso di investitura al Senato”. Per il Governo visione insomma si traduce soprattutto nel “creare condizioni favorevoli per chi cerca un lavoro, per chi aspira a cambiarlo o aspira a crescere professionalmente”.

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