Roma, 2 dic. (LaPresse) – L’imprenditore romano Alfio Marchini correrà per la poltrona di sindaco della capitale. Lo ha annunciato nel corso della puntata di ‘In mezz’ora’ su Rai3, spiegando che ha intenzione di lanciare “una lista civica, il primo passo di un progetto più ampio, la creazione di un movimento civico metropolitano”. Marchini, 47 anni, fa parte di una grande famiglia di costruttori romani legata alla sinistra, conosciuta anche perché il nonno aiutò Togliatti nella ristrutturazione di Botteghe Oscure. nel 1994, inoltre, diventa il membro più giovane del Consiglio di amministrazione della Rai. “Nella nostra famiglia – ha detto – abbiamo sempre avuto una forte passione politica” esprimendo “in modo chiaro il nostro pensiero, il nostro appoggio, mettendo la nostra faccia in quello di cui siamo profondamente convinti”.

“Oggi – ha detto Marchini – l’offerta politica e partitica del tutto legittima non soddisfa nè quelle che sono le mie aspettative, nè le aspettative di una quantità di persone importanti, chi dice il 30, chi il 40, chi il 50” per cento “che oggi non trova un’offerta politica nella quale identificarsi. Questo è vero a livello nazionale, ed è vero a ancora di più a livello locale”. Da qui, spiega Marchini, l’idea di costruire “un movimento civico metropolitano”. L’imprenditore, che negli utlimi anni ha viaggiato molto all’estero, afferma di aver compreso “che la globalizzazione non è assolutamente reversibile” e che “il futuro sarà caratterizzato da un’integrazione sempre più forte, sempre più connessa, tra grandi aree metropolitane. Roma è una di queste grandi aree e credo che oggi non siamo in grado di affrontare una sfida così importante”.

Rispondendo alle domande di Lucia Annunziata, Marchini spiega di non aver votato alle primarie del centrosinistra, un’operazione politica che, però, giudica “molto bene”. “Sono state una manifestazione straordinaria di coraggio – ha detto – sia da parte di Bersani, che ha accettato la sfida senza doverlo fare, sia da parte di Renzi, che è partito con scetticismo e ironia da parte di tutti quanti e ha ottenuto un grande consenso”.

Marchini ha affrontato anche il tema del conflitto di interessi. “Non sono così virtuoso – ha detto – due mestieri insieme non sono in grado di farli, quindi questa scelta, che non è nata ieri, ma parte da molto lontano, almeno dagli ultimi due-tre anni, presuppone da parte mia un approccio radicale. Noi abbiamo un’attività industriale che, tra l’altro, negli ultimi anni di costruzioni si è occupata quasi nulla, diamo lavoro a circa tremila famiglie, quindi non posso mettere a rischio il futuro di queste aziende con una scelta personale. Abbiamo dato mandato di cedere tutte le attività che per qualsiasi motivo possano confliggere con quello che inizio a fare oggi”. Le trattative con grandi gruppi industriali stranieri, ha spiegato, sono “in fase avanzata”.

L’impegno politico, per l’imprenditore romano, è “un progetto lungo”, per il quale vuole “essere libero” da altri impegni lavorativi. “Negli ultimi 15 anni, per una scelta – ha aggiunto – abbiamo deciso di fare sempre meno e sempre poco nel settore immobiliare” a Roma, che non ha bisogno di “una nuova espansione di costruzione”, ma anzi, “vanno vigilate le aree periferiche, su cui nessuno pone attenzione, che stanno crescendo. Roma deve fare una grande opera di ristrutturazione, di manutenzione ordinaria e straordinaria. Questo consentirà di migliorare la qualità della nostra vita e di rimettere i soldi in tasca alla gente”.

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