Roma, 18 dic. (LaPresse) – E’ scontro tra Pdl e Pd sull’iter del disegno di legge di stabilità in parlamento, provvedimento da cui dipenderà la durata del governo Monti. Il presidente del Consiglio, infatti, ha dichiarato negli scorsi giorni che si dimetterà dopo l’approvazione dell’ex Finanziaria e i tempi auspicati dovevano portare all’ok definitivo entro venerdì, giorno in cui il premier terrà la conferenza stampa di fine anno. Invece rischia di slittare per l’allungamento dei tempi in Senato: i lavori della commissione Bilancio, infatti, non sono ancora terminati e l’approdo del provvedimento in aula, previsto per lunedì, ci sarà solo domani.

Sull’incertezza dell’iter della legge di bilancio pesano le parole del capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: “Il tempo che ci vuole per esaminarlo – dice – ce lo vogliamo prendere”, motivando l’affermazione con la necessità di un’analisi attenta a seguito dei “molti elementi di arricchimento” introdotti a palazzo Madama. “Non c’è – aggiunge – il vincolo di un giorno” per l’approvazione finale. Parole che fanno dire al presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini, che da parte del Pdl c’è “un atteggiamento dilatorio” volto “ad allungare la durata della legislatura anche di qualche giorno, andando così contro il percorso stabilito dal capo dello Stato dopo le dimissioni del presidente Monti”. “Evidentemente – sottolinea Franceschini – pensano di averne bisogno”. Franceschini accusa il presidente di palazzo Madama, Renato Schifani, e il Senato di aver rallentato il percorso del provvedimento, rivendicando l’impegno del partito del Nazareno di rispettare la strada indicata dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

Lo scontro politico si accende e fonti parlamentari rivelano che al Pdl potrebbe giovare un allungamento della legislatura per rafforzare il trend di risalita nei consensi dopo il ritorno di Silvio Berlusconi. Rinviare di qualche giorno l’ok alla legge di stabilità, spiegano le stesse fonti, porterebbe a uno slittamento dello scioglimento delle Camere e quindi alle elezioni politiche il 24 febbraio: una settimana in più, rispetto a un possibile voto il 17 febbraio, potrebbe servire – è l’ipotesi – al Cavaliere per raccogliere più voti. Risponde il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, che in una nota bolla come “assurde” le accuse di Franceschini, sottolineando che al Senato “non c’è stato alcun rallentamento, ma la giusta attenzione per un provvedimento complesso e importante quale la legge di stabilità”.

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