Torino, 12 gen. (LaPresse) – E’ un invito al “risveglio” sociale e politico, basato sulla “solidarietà” e sulla “sobrietà” quello che la Conferenza episcopale piemontese, presieduta da monsignor Cesare Nosiglia, rivolge ai piemontesi e ai valdostani, in una lettera dal titolo ‘Una parola di speranza per il tempo che ci attende’. “Nella crisi pesante di oggi – spiegano i vescovi – non ci si può chiamare fuori, occorre ‘mettercela tutta’. Nella società provata su vari fronti, ognuno faccia la sua parte, condividendo e non escludendo. In politica si scelga con responsabilità. E si possa contare su gesti di sobrietà e di solidarietà”.
Ai fedeli la Cei piemontese chiede, soprattutto, tre impegni, da portare avanti “in questo momento storico”, affinché “la nostra vita comune non debba essere solo un ‘grido di dolore’ ma un canto di speranza, e una sollecitazione al ‘risveglio'”. Un invito che deve tradursi, per i vescovi, nel contributo del singolo, “anche nel confronto aperto e leale, alle scelte importanti che siamo chiamati a compiere per il bene del nostro Paese. Esaminiamo con accuratezza – scrive la Cei piemonetse – alla luce dei valori cristiani e civili, le diverse proposte socio-politiche che ci vengono fatte e le persone proposte ad attuarle. Assumiamoci con responsabilità il dovere di dare il nostro contributo”. Nel compiere queste scelte, è fondamentale “tenere presente anche la necessità di scelte personali e collettive coerenti con uno stile più sobrio e solidale di vita”.
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