Roma, 7 feb. (LaPresse) – La decisione di Agcom di vietare la diffusione dei sondaggi politico-elettorali dalla mezzanotte di venerdì attraverso un’applicazione accessibile da smartphone è stata accolta “con grande sorpresa e disappunto” dalla Swg, la società che ha realizzato l’app.
Secondo quanto spiega la stessa società, Swg prima di procedere alla realizzazione dell’applicazione, lo scorso 11 gennaio aveva chiesto ad Agcom la possibilità di continuare, anche durante il periodo di par condicio, la vendita ai propri clienti di contenuti politico-elettorali, incluse le intenzioni di voto. L’Agcom “in data 14 gennaio 2013 ha risposto in senso affermativo” spiega la società “argomentando che la disciplina dei sondaggi relativi a indicazioni di voto si riferisce unicamente a quelli diffusi sui mezzi di comunicazione di massa e si ritiene che non possa definirsi tale un’applicazione per smartphone: essa altro non è che un software per cellulari accessibile esclusivamente da quanti, in base a una scelta volontaria, abbiano deciso di scaricarla sul proprio telefonino”.
Da qui, spiega ancora la società, “confortati da tale autorevole e articolato parere”, Swg ha deciso di “procedere con un rilevante investimento in termini di costi, impiego di risorse interne ed esterne e di comunicazione”. Il primo febbraio Swg ha lanciato ‘PoliticApp’ rendendo disponibili nei primi giorni i contenuti della stessa anche via web. “Con l’inizio del ‘black out period’ – si legge in una nota della società -in ottemperanza di quanto indicato dalla legge e dall’Agcom i contenuti della App sarebbero stati fruibili solamente per coloro che avessero acquistato l’applicazione da App Store e Google Play al prezzo di 9,99 euro”.
“Come un fulmine a ciel sereno – commenta Swg – ieri sera è arrivata la comunicazione dell’Agcom che, a seguito di un approfondimento del Consiglio della stessa, ha ritenuto che PoliticApp debba essere assimilato ad un mezzo di comunicazione di massa, sconfessando integralmente il precedente parere sulla base del quale l’applicazione era stata proposta sul mercato”. Per la società la decisione dell’Autorità creerebbe una disparità tra le possibilità offerte ai partiti, che possono acquistare un sondaggio per conoscere le tendenze dell’opinione pubblica, e i cittadini, che non possono “avere le stesse informazioni” al prezzo di 10 euro.
Ieri l’Agcom aveva motivato la decisione si bloccare l’applicazione a seguito di un “approfondimento”, ritenuto “necessario, alla luce del rilievo assunto dall’iniziativa, largamente pubblicizzata dalla Swg dopo che gli uffici dell’Autorità, contattati via e-mail, avevano dato, in sede di prima valutazione, riscontro positivo a una sommaria richiesta di chiarimenti avanzata dalla Società”. Per l’Autorità “l’applicazione realizzata dalla SWG, nei termini in cui viene pubblicizzata, rende accessibile – previo il pagamento di un prezzo contenuto – il risultato dei sondaggi ad un pubblico potenzialmente molto vasto, con inevitabili effetti di diffusioni incontrollata dell’informazione. Questa circostanza configura quindi un’oggettiva violazione del divieto imposto dalla legge sulla par condicio”.
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