Città del Vaticano, 16 mar. (LaPresse) – Verità, bontà e bellezza. Papa Francesco, il pastore, il comunicatore e il semplice uomo incontra i giornalisti e indica la strada. “Una triade esistenziale”, sulla quale fondare la professione, ha spiegato Bergoglio, che si è presentato nall’aula Paolo VI, davanti a più di cinquemila giornalisti di tutto il mondo, a completo agio. “Voi avete le capacità – ha continuato – di raccogliere ed eprimere le esigenze del nostro tempo”. Appena arrivato nella immensa aula Nervi, che prende questo nome dall’architetto che l’ha progettata, ha guardato la platea dicendo: “Grazie per il vostro qualificato servizio dei giorni scorsi. Avete lavorato, eh?”. Poi il fulcro del discorso, come sempre, non preparato.

L’argentino ha rivelato alla stampa il motivo della scelta del nome Francesco. “E’ l’uomo della pace”, ha affermato spiegando i pensieri che sono passati nella sua mente durante lo scrutinio dell’elezione che poi lo avrebbe proclamato Papa. E quando accenna alla parola ‘povertà’, guarda in alto ed esclama: “Ah, come vorrei una chiesa povera e per i poveri”.

Ai giornalisti si è rivolto con voce dolce, chiamandoli “cari amici”, e accomiatandosi da loro con un affettuoso “vi voglio tanto bene”. Poi una benedizione fuori dall’ordinario: “Mi hanno detto che debbo benedirvi, ma ci sono molti non cattolici tra voi. “Allora vi do la benedizione nel mio cuore, ognuno la accolga nella sua coscienza perché siamo tutti uomini e figli di Dio”.

I giornalisti applaudono, lo interrompono più volte, a tratti mettono in scena cori da stadio. Poi di nuovo silenzio quando parla scherzosamente di una “vendetta”. Mentre spiega la genesi del suo nome da Pontefice, Francesco si permette qualche battuta. “Molti mi hanno detto ti dovevi chiamare Adriano per essere un vero riformatore, oppure Clemente per vendicarsi di Clemente XIV che abolì la Compagnia di Gesù”. Applausi anche dai cronisti arabi che si uniscono alla gioia contagiosa. Poi un richiamo. Per parlare e descrivere la Chiesa occorre tenere conto di una “prospettiva più giusta: quello della fede”.

Questo perché la Chiesa, “pur essendo anche un’istituzione umana e storica non ha una natura politica ma essenzialmente spirituale”. La Chiesa, infatti, – ha poi aggiunto papa Francesco – pur essendo certamente anche un’istituzione umana, storica, con tutto quello che comporta, non ha una natura politica ma essenzialmente spirituale”.

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