Roma, 22 mar. (LaPresse) – Governo di scopo targato Grasso. Colle a un uomo che non risulti del tutto ostile al centrodestra. Nuove elezioni (entro l’estate o in autunno?). La via già strettissima per creare un nuovo Governo s’è fatta, se possibile, ancora più stretta. Il presidente Napolitano oggi indicherà la soluzione che avrà maturato al termine di 48 ore di consultazioni molto intense. Impossibile trovare una quadra per un governo politico, si cercherà quanto meno un accordo per modificare la legge elettorale ed avere, dopo nuove elezioni, un vincitore certo.

IPOTESI PIETRO GRASSO. A guidare il Paese un Governo che potrebbe essere affidato a Pietro Grasso. Durata minima, la legge elettorale è una legge ordinaria quindi basta che sia approvata una sola volta da Camera e Senato. Un mese potrebbe bastare, altri due mesi di campagna elettorale ed entro giugno si avrebbe un vincitore, ma altri osservatori sostengono che lo ‘scopo’ di un possibile governo potrebbe riguardare anche la ‘tenuta economica’ del Paese e, dunque, assicurare all’esecutivo una durata sino alla fine dell’anno.

IL PROSSIMO CAPO DELLO STATO. Nel frattempo si eleggerà anche il nuovo Capo dello Stato. Il centrodestra, per cambiare il ‘porcellum’, ha chiesto di avere un ‘uomo suo’ sul Colle: difficile che possa essere accontentato, mentre tornano in auge nomi di esponenti del centrosinistra non sgraditi al Cavaliere, come quelli di Giuliano Amato e Franco Marini. Resta aperta, poi, la possibilità che lo stesso Napolitano, sollecitato da più parti, accetti una rielezione ‘a tempo’, destinata a concludersi assieme all’esperienza di un possibile governo di ‘scopo’.

LA POSIZIONE DEL MOVIMENTO 5 STELLE. Una catena di eventi che partirà oggi e dai quali, ieri, i grillini hanno deciso di tirarsi fuori, sicuri che se, se si votasse di nuovo, potrebbero ottenere la maggioranza. Davanti al capo dello Stato, Grillo, Crimi e Lombardi sono stati chiari. Napolitano ha preso atto, e prescinde da loro. Torna però in gioco Mario Monti che, in fondo, un Governo di larghe intese l’ha guidato per un anno e che oggi ha presentato un piano per lo sblocco dei pagamenti dalla P.a. Un gesto che sa molto di mossa elettorale, o quanto meno di proroga al timone di Palazzo Chigi. Ma il nome più ‘caldo’ resta quello di Pietro Grasso, presidente del Senato, figura cui tradizionalmente viene chiesto di svolgere un giro di consultazioni ‘esplorative’ in caso di ingovernabilità.

BERSANI IL GRANDE SCONFITTO. Il grande sconfitto è comunque Pier Luigi Bersani, che sognava una conclusione ben diversa prima delle elezioni, e che ieri uscendo dal colloquio con il Capo dello Stato, ha detto di non essersi proposto come premier. Sempre più ‘mozzo’, invece che ‘capitano’, ha chiesto che gli otto punti approvati dalla direzione nazionale del Pd diventino realtà. Il Pdl, però, non può certo approvarli tutti: si pensi al conflitto d’interessi e all’inasprimento delle leggi sulla corruzione. Quindi, Bersani sembra in realtà mettere a disposizione i suoi parlamentari per ottenere il minimo sindacale, la nuova legge elettorale, per giocarsi tutto a fine primavera o in autunno. Sempre che Grillo non porti a casa l’intera posta al secondo tentativo.

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