Lucca, 24 mar. (LaPresse) – “Sto per concludere questo mandato di presidente e questo è probabilmente l’ultimo atto pubblico che compio e sono felice che sia questo”. Lo ha detto il capo dello Stato Giorgio Napolitano, oggi nel piccolo borgo in provincia di Lucca, per ricordare l’eccidio di 560 civili, massacrati in poche ore il 12 agosto del 1944 dai nazisti, insieme al presidente della Germania Joachim Gauck. Rivolgendosi a Gauck, Napolitano ha aggiunto: “Porterò come memoria preziosa di questo settennnato l’esempio che lei mi dà di nobiltà d’animo e d’amicizia”.
“Bisogna venire qui – ha detto il capo dello Stato – e inerpicarsi su per la collina fino all’ossario per toccare con mano l’assurdità e la ferocia, senza uno straccio di pretesto, che si abbatterono su questo piccolo borgo sperduto”. Sant’Anna, ha sottolineato, “era solo un grumo di umanità che mai avrebbe dovuto essere oggetto di una tale feroce distruzione”. Poi ha ammonito: “Non dimentichiamo le vergogne e la catastrofe in cui il fascismo trascinò l’Italia. Non lo dimentichiamo solo perché siamo riusciti a liberarci del fascismo”.
Sulla visita di Gauck ha spiegato: “Non ho nessun merito per la visita del presidente, ho fatto solo da postino. Gli ho portato la lettera di Enrico Pieri”, il presidente dell’Associazione martiri di Sant’Anna di Stazzema, “ed è bastato questo perché decidesse con assoluta determinazione di essere qui oggi”. “Pur sapendo – ha aggiunto Napolitano, con la voce rotta dall’emozione – che avevo molti problemi con la situazione politica in Italia, è stato tenace nel chiedermi il momento in cui potevamo vederci qui”.
Stamane invece Napolitano ha preso parte alla cerimonia commemorativa del 69esimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, rendendo omaggio al Mausoleo. Presenti il presidente della Camera Laura Boldrini e del Senato Pietro Grasso, e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. L’eccidio delle Fosse Ardeatine è il massacro compiuto a Roma dalle truppe di occupazione della Germania nazista il 24 marzo 1944, ai danni di 335 civili e militari italiani, come rappresaglia in seguito all’attentato di via Rasella compiuto contro le truppe germaniche avvenuto il giorno precedente.
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