Roma, 26 mar. (LaPresse) – “Mi dimetto in disaccordo con la decisione di rimandare i marò in India. Le riserve da me espresse non hanno prodotto alcun effetto e la decisione è stata un’altra”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, nel corso dell’informativa urgente del governo sulla vicenda dei due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano La Torre, nell’aula della Camera. “Mi dimetto – ha spiegato – perchè per 40 anni ho ritenuto e ritengo oggi in maniera ancora più forte che vadasalvaguardata l’onorabilità del Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana. Mi dimetto perchè solidale con i nostri due marò e con le loro famiglie”. “Ho aspettato di dimettermi – ha aggiunto – e di farlo qui in Parlamento per esprimere pubblicamente questa mia posizione: non posso più far parte di questo governo”.

Di tutt’altro avviso il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola: “Le decisioni collegiali di governo – ha detto, intervenendo dopo il collega di governo – si rispettano e si onorano. Sono stato io a comunicare ai due fucilieri le decisioni perchè quello in quel momento era il mio dovere istituzionale. Sono stato io a guardarli negli occhi e dire loro quel che poi loro hanno fatto”. E non ha risparmiato una dura polemica: “In quest’aula – ha detto – che rappresenta la casa degli italiani, sento che sarebbe facile per me rimettere il mio mandato, sarebbe facile oggi lasciare la poltrona, che a brevissimo lascerò comunque al nuovo ministro. Sarebbe facile, sarebbe low cost, ma non sarebbe giusto e non lo farò”. Invece, ha continuato, “io non abbandonerò la nave in difficoltà con Massimiliano e Salvatore a bordo fino all’ultimo giorno di governo”.

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