Milano, 10 apr. (LaPresse) – “Io ho dovuto comprare le azioni di Gavio. Non pensavo di spendere una cifra così consistente, ma non potevo sottrarmi perché l’acquisto mi venne imposto dai vertici del partito nella persona di Massimo D’Alema”. Sono le parole che avrebbe pronunciato l’ex presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, secondo il racconto ai pm di Monza dell’architetto Renato Sarno, ritenuto dagli inquirenti il collettore dei finanziamenti illeciti di Penati. Il riferimento è all’acquisto, per un prezzo elevato, da parte della Provincia, del 15% della Milano-Serravalle dal costruttore Marcellino Gavio. Penati, interpellato dallo stesso Corriere, smentisce: “Non l’ho mai detto a Sarno, né avrei potuto dirglielo, perché non è vero”. Peraltro, aggiunge, “non c’era nessuna ragione per la quale io dovessi parlare con lui dell’acqsuisto dell’operazione Milano-Serravalle”.

“Leggo con stupore”, commenta D’Alema, “alcune dichiarazioni che sarebbero state rilasciate dall’architetto Renato Sarno in merito ad un mio presunto interessamento, nei confronti dell’allora presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, nell’acquisto delle quote azionarie dell’autostrada Milano-Serravalle, oggetto di indagine da parte della Procura di Monza. Nel rilevare che tutta la ricostruzione della vicenda è stata già smentita da Penati, ovvero colui che avrebbe riferito quelle evidenti sciocchezze all’architetto Sarno, mi sconcerta il fatto che i due giornalisti del Corriere della Sera non abbiano avvertito l’esigenza di chiedere la mia versione prima di dare diffusione a dichiarazioni inventate di sana pianta, pubblicandole con straordinario e immotivato risalto”.

“Nel ribadire di non essermi mai interessato a quella vicenda – conclude D’Alema – comunico di aver incaricato il mio legale, avvocato Gianluca Luongo, di assumere ogni più idonea azione a tutela della mia immagine e della mia onorabilità nei confronti di tutti coloro che, nel corso delle indagini o nel riportarne in modo distorto o parziale le risultanze, si sono resi protagonisti di una deliberata azione di calunnia e disinformazione ai miei danni”.

“Non posso che rimanere esterrefatto dalla tempestività di tale indiscrezione giudiziaria, che coincide con le candidature per la presidenza della Repubblica. Si tratta evidentemente di una ‘polpetta avvelenata’ per bloccare la possibile elezione dello stesso D’Alema al Quirinale”, commenta il senatore del Pdl Pierantonio Zanettin. “Ovviamente – prosegue – chi parla non appartiene per cultura e storia personale allo schieramento politico nel quale l’ex presidente del Consiglio ha sempre militato, ma di fronte alla evidente strumentalità di tale indiscrezione, ritengo di esprimere a D’Alema la massima solidarietà politica. Sono convinto che oggi, proprio dopo questo proditorio attacco del circuito mediatico giudiziario – conclude il senatore Pdl – D’Alema costituisca il più meritevole candidato al Colle più alto”.

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