Roma, 12 apr. (LaPresse) – “Noi siamo sicuramente pronti a discuterne, ma quando abbiamo parlato con il segretario, lo devo precisare, non è stato fatto alcun nome”. Lo afferma Silvio Berlusconi in una intervista a La Repubblica, rispondendo a una domanda sulla possibilità di un esponente del Pd al Quirinale, magari lo stesso Pier Luigi Bersani. “A noi – aggiunge – non hanno ufficializzato alcun nome. Ci hanno detto che ci presenteranno una rosa, quando lo faranno allora decideremo. Al momento non sono in grado di dire altro. Dobbiamo aspettare che ci presentino queste opzioni”.
In cambio di un accordo sul Quirinale punta ad avere l’amnistia che lo liberi da tutti i processi? “L’amnistia – risponde Berlusconi – è indigesta a tutti, la gente non sarebbe d’accordo. Sarebbe un modo per far arrabbiare ancora di più i cittadini”. “Io – aggiunge – non sono preoccupato dei miei processi. Anzi, non credo che certi magistrati potranno continuare con questo accanimento assurdo”. E sottolinea: “All’amnistia non ci penso. Credo non ci pensi nessuno”. “E’ la prima volta – spiega – che ne sento parlare. E’ un’ipotesi di cui non ho mai discusso con nessuno. E poi in queste settimane ho solo incontrato Bersani tra gli uomini della sinistra. In quella riunione abbiamo ragionato su quel che sta succedendo in questo Paese, sicuramente del Quirinale. E basta”.
In cambio del sì sul Quirinale, a Berlusconi non interessa l’aministia, ma vuole l’accordo sul governo: “Certo, questo è chiaro”, dice. “Se concordiamo – spiega – una strada per il Quirinale, anche sull’altro lato dobbiamo trovare un raccordo in un esecutivo di larghe intese, con ministri scelti insieme. Altrimenti niente. Un governo ballerino, sostenuto da qualche gruppetto non avrebbe la forza di assumere i provvedimenti di cui il Paese ha bisogno per salvare l’economia”. “Se invece si va appresso ai grillini”, continua, “povero Paese. Ma avete visto che fanno in Parlamento? Come faranno a lavorare le Camere? Tremendo”. Gli italiani, aggiunge, “hanno votato un ex comico senza conoscere nessuno di quelli che hanno portato in Parlamento”.