Roma, 17 apr. (LaPresse) – Sono ore di trattative frenetiche tra Pd e Pdl sul nome del prossimo presidente della Repubblica. Pressioni e veti incrociati stanno spingendo i due partiti verso una intesa su un non politico.
BASE PD CONTRO AMATO. Montano le pressioni dentro il Pd contro l’ipotesi di Giuliano Amato al Quirinale. Per questo motivo in un primo tempo sarebbe saltata la trattativa tra il partito guidato da Pier Luigi Bersani e il Pdl su un nome che da settimane era dato tra i più probabili. Il nome però nelle ultime ore è tornato nel novero delle possibilità. Ha ripreso piede anche l’ipotesi dell’ex Margherita Franco Marini e si affermerebbe anche quella del giudice della Corte costituzionale Sergio Mattarella. La Consulta sembra il bacino ideale a cui attingere nomi per il Quirinale. Quello di Mattarella si affiancherebbe a quello di Fernanda Contri, anche lei magistrato – nel suo caso però ex – della Consulta.
MAIL DI APPOGGIO A RODOTA’ DALLA BASE DEL PD. Allo stesso tempo, nella serata di ieri, riferiscono fonti del Nazareno, sarebbero arrivate ai parlamentari Pd circa 140 email in favore dell’ex garante della privacy Stefano Rodotà, uno dei nomi avanzati dal Movimento 5 Stelle.
D’ALEMA OK PER BERLUSCONI MA BLOCCATO DAL PDL. Silvio Berlusconi sarebbe favorevole al nome di Massimo D’Alema ma, spiegano altre fonti, su questo è proprio il Pdl, invece, a essere contrario: la scelta di un esponente di primissimo piano della sinistra – è il timore – sarebbe difficilmente giustificabile di fronte agli elettori. Berlusconi sarebbe disponibile anche ad Anna Finocchiaro, ma questo nome appare già compromesso a causa del pressing del sindaco di Firenze Matteo Renzi.
VERSO INTESA SU UN NON POLITICO. A questo punto i due partiti starebbero lavorando su un nome esterno. L’ipotesi più accreditata – secondo quanto si apprende – è quella di non politico, forse un giurista di alto profilo, proveniente dalle più alte istituzioni della Repubblica. In questo senso comunque i nomi più plausibili sarebbero Mattarella e Contri. Le voci si rincorrono ed emerge anche quella secondo la quale il Pd avrebbe presentato una rosa di nomi al Pdl. Un rumor subito smentito da una nota: “Nessuna rosa è stata presentata a Berlusconi. Si ragiona da giorni su diverse possibilità con tutte le forze parlamentari per arrivare ad un nome largamente condiviso”, scrive il Pd.
SOSPESE LE RIUNIONI INTERNE DI PD E PDL. Proprio perché è frenetica la trattativa tra Pd e Pdl, si fermano le rispettive riunioni interne. I parlamentari del Pd non hanno ancora ricevuto la convocazione per l’incontro di stasera con il segretario Pier Luigi Bersani. Durante la riunione, prevista per stasera al Capranichetta, il leader democratico doveva dare le indicazioni di voto per l’elezione del capo dello Stato di domani, indicazioni evidenemtente ancora da stabilire. Situazione simmetrica nel Pdl: Berlusconi ha sospeso la riunione del suo stato maggiore a palazzo Grazioli.
FISSATO IL CALENDARIO DELLE VOTAZIONI. Intanto la conferenza dei capigruppo di Camera e Senato ha fissato il calendario: due votazioni al giorno, a partire da domani mattina. Il Parlamento in seduta comune si riunirà domani mattina a Montecitorio alle 10 e, qualora servisse, per una seconda votazione intorno alle 15-15.30. Qualora non si raggiungesse la soglia dei due terzi, necessaria per l’elezione del capo dello Stato nelle prime tre votazioni, si andrà avanti con due votazioni al giorno anche nel week-end.
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