Roma, 23 apr. (LaPresse) – Matteo Renzi presidente del Consiglio. E’ questa l’ipotesi che si sta facendo sempre più strada tra le forze politiche. Numerosi gli endorsment dentro il Pd, ancora di più quelli fuori dal partito. La sua candidatura è rafforzata anche dal fatto che è vista come alternativa a quella di Giuliano Amato, che sta stretta a tanti esponenti politici. A lanciarlo è stato uno dei ‘giovani turchi’ del Pd, Matteo Orfini, che lo ha proposto ieri sera intervenendo a Piazza pulita, su La7. “Proporrò Matteo Renzi alla presidenza del Consiglio”. “Mi piacerebbe sapere – ha aggiunto – se Renzi, che rivendica il suo coraggio e la sua voglia di dare un contributo, se la sente di accettare un’ipotesi del genere. Penso che la sua sarebbe un candidatura in grado di sfidare tutti sul terreno del Governo. Come è noto gli elettori del M5S apprezzano molto quello che dice Renzi, così come fanno quelli del Pdl”. Questo endorsement ha dato la stura a una serie di dichiarazioni analoghe.
Il primo è quello del sindaco di Torino, Piero Fassino: “La persona migliore – dice al Foglio – per guidare un esecutivo del presidente oggi si chiama sicuramente Matteo Renzi. Io sono favorevole alla sua candidatura. Perché se dobbiamo assumerci delle responsabilità di governo allora bisogna farlo da posizioni di forza e non di debolezza e quindi è giusto che il Pd metta in campo l’uomo forte che rappresenta la capacità di novità. Già da adesso, come direbbe Matteo”.
Anche il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza, si esprime favorevolmente. Stamane ad Agorà ha detto: “Il nome di Renzi incontra senz’altro il favore del Pd perché è una personalità di primissimo piano e trova un’assoluta sintonia con la dirigenza del partito”.
D’accordo Debora Serracchiani, neo presidente del Friuli Venezia Giulia: “Trovo che il suo nome – ha detto – sia giustissimo e non capisco perché non dovrebbe esserlo. L’ho detto un mese e mezzo fa e ho preso randellate dal mio partito”.
“Credo – ha detto da parte sua Laura Puppato, che Renzi lo aveva sfidato alle primarie – che possa risultare più accettabile anche per tutti noi dare un voto positivo a un governo ringiovanito che dia l’idea di una nuova politica e di un nuovo stile che avanza. La questione di Renzi non è banale”. Simili le parole del sindaco di Bari Michele Emiliano: “Credo – ha spiegato – ci siano personalità in grado di prendere la responsabilità del Pd con Renzi alla guida e di tenerlo insieme a Vendola. Non c’è scritto da nessuna parte che Vendola e Renzi debbano stare su palizzate diverse. A questo bisogna lavorare perché possiamo battere Grillo, del quale però dobbiamo avere rispetto e non trattarlo come un paria della politica, e possiamo battere anche Berlusconi se abbiamo la forza di fare una proposta chiara al Paese”.
Fuori dal Pd altrettanto numerose sono le dichiarazioni di sostegno al primo cittadino di Firenze: il presidente di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, uscendo dall’incontro con Napolitano, ha messo in chiaro di essere contrario al governo di larghe intese ma ha annunciato che Renzi potrebbe essere l’unico in grado di fargli cambiare idea: “Non abbiamo fatto nomi – ha detto – ma Renzi risponde alla tipologia” di un governo “di spessore e di salto generazionale”, capace “di far rivalutare la posizione di Fratelli d’Italia”.
Della stessa idea il collega di partito Guido Crosetto: “Dire Giuliano Amato – ha spiegato – persona rispettabile, vuol dire non aver capito la voglia di cambiamento del Paese. Con tutto il rispetto per Giuliano Amato, stante le esperienze politiche cha ha avuto, difficilmente posso proporre come premier adesso quello che è stato il vice di Craxi. Dire Renzi o altri – ha continuato – vuol dire dare un’opportunità diversa alle forze politiche che sono presenti in Parlamento, compresa quella che fino ad adesso ha fatto l’opposizione più feroce: il Movimento 5 Stelle”.
E mentre arriva l’appoggio del sindaco di Verona, Flavio Tosi, uomo di punta della Lega, anche dal segretario del Carroccio Roberto Maroni, arriva, ad accompagnarla, un nuovo no secco ad Amato: “Il no della Lega al trapassato remoto della politica italiana è netto e non negoziabile”. Anche l’ex ministro della Cultura Sandro Bondi, del Pdl, esprime il suo apprezzamento per Renzi, anche se puntualizza di parlare a titolo “del tutto personale”.
Su Twitter intanto anche Vittorio Sgarbi si dice favorevole, scrivendo “sono un sostenitore sempre più radicale di Renzi presidente del Consiglio. Solo un partito di pazzi ha potuto ostacolarlo”, e il suo post è subito ripubblicato da oltre 500 utenti.
A Renzi neanche Nichi Vendola dice no, anche se spiega che non basta una ventata di novità per appoggiare un governo di larghe intese: “Siamo in grado – spiega – di leggere gli elementi di novità, tuttavia nessun elemento di novità può essere talmente spiazzante se nel governo ci sarà anche il centrodestra”. Nessun nome, secondo Vendola, può “farci cambiare giudizio se nel futuro governo c’è chi ha portato il Paese allo sfascio”. Unica voce apertamente contraria a Renzi sembra essere quella di Gianfranco Rotondi (Pdl), che lo sferza così: “Renzi premier può essere una occasione di cambiamento. Per Firenze, ovviamente e finalmente”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata