Roma, 27 apr. (LaPresse) -E’ proceduta con il vento in poppa la giornata di “riflessione” di Enrico Letta. Il presidente del Consiglio incaricato, spiegano dal suo staff, avrebbe già tracciato una road map degli impegni dei prossimi giorni, lasciandosi andare ad un cauto ottimismo. L’intenzione sarebbe quella di sciogliere la riserva di fronte al capo dello Stato già nella mattinata di oggi, prestare giuramento in serata (o al massimo domani) per poi chiedere la fiducia alle Camere lunedì e martedì. Il premier incaricato preferirebbe tenersi ‘libera’ la giornata di domenica, in modo da limare l’eventuale discorso di insediamento ma, è il ragionamento, non tutto dipende da lui e quindi non si esclude che scioglimento della riserva e giuramento possano essere posticipati di 24 ore.

Ieri il lavoro di sintesi di Enrico Letta inizia di buon mattino. Il premier incaricato esce da casa intorno alle 8.30 e dopo un rapido passaggio alla Camera va al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nessuna accelerazione improvvisa, assicurano i suoi: solo “un incontro dovuto” (che va avanti per quasi due ore) per dare conto al Capo dello Stato delle consultazioni di ieri, data la “particolare attenzione” con cui Napolitano segue l’incarico affidato a Letta, incarico considerato una “diretta emanazione del presidente”. Di diversa natura il faccia a faccia che Letta ha subito dopo con Mario Monti, consultato nella duplice veste di premier dimissionario e leader di Scelta Civica. Sul tavolo, spiegano fonti vicine al vicesegretario Pd, “il programma e l’architettura del nuovo Governo”. Con il passare delle ore, infatti, si fa sempre più stringente la trattativa legata alla squadra. I centristi non hanno posto veti, limitandosi ad offrire la propria disponibilità, mentre il nome del Professore rimane tra i papabili per il ministero degli Esteri. Gli incontri e i contatti con i leader delle diverse forze politiche di Letta vanno avanti per tutto il pomeriggio, al lavoro nel quartier generale allestito ai piani alti di Montecitorio. Il faccia a faccia risolutivo potrebbe essere, però, quello con Silvio Berlusconi, atteso in serata. L’incontro non è in agenda, fanno sapere dallo staff di Letta, e gli ultimi nodi potrebbero essere sciolti anche nel corso di un colloquio telefonico o grazie a un vertice dell’ultima ora tra Letta e il segretario Pdl Angelino Alfano. L’accordo, comunque, sembra essere in via di chiusura. Berlusconi, rientrato a Roma ieri mattina dalla due giorni a Dallas, non fa mancare in serata il suo “incoraggiamento” al tentativo che il premier incaricato sta compiendo. “Da parte del presidente incaricato – assicura il Cavaliere – c’è stato un atteggiamento molto positivo, ho sentito i miei molto confortati”. Quanto ai nodi ancora da sciogliere, aggiunge, “non mi è parso che ci fossero problemi veri”. Nessuna chiusura nemmeno sulla squadra di Governo: “Ho sentito che da parte del Presidente della Repubblica c’è l’indicazione di membri del governo di nuova generazione con una notevole presenza di donne – spiega Berlusconi – Questo esclude il sottoscritto che però non ha mai avuto la voglia di entrare lì. Se mi avessero chiamato a un impegno, dato che ho preparato io il programma della campagna elettorale, se ci fosse stato bisogno di me sarei stato a disposizione. Ma preferisco così”.

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