Roma, 28 apr. (LaPresse) – E’ all’insegna dello sgomento il primo Consiglio dei ministri dell’era Letta, per la sparatoria avvenuta questa mattina davanti a palazzo Chigi, proprio negli stessi minuti in cui il nuovo esecutivo stava prestando giuramento nelle mani del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Quirinale. Momenti concitati che hanno catapultato subito i neoministri in una dimensione operativa. Tutti si attendevano, insomma, una riunione formale per il giuramento e le nomine di rito da parte del presidente del Consiglio, Enrico Letta, ma la sparatoria ha cambiato le carte in tavola. Prima dell’inizio della riunione, il neo ministro degli Interni e vicepremier, Angelino Alfano, si è recato insieme al collega della Difesa, Mario Mauro, all’ospedale Umberto I per verificare le condizioni di salute dell’appuntato Francesco Negri, uno dei due carabinieri feriti.
Poi la fase operativa, illustrata nel corso di una conferenza stampa al termine della riunione del Cdm, durata 45 minuti. Le misure di sicurezza a tutela degli obiettivi sensibili, ha spiegato il titolare del Viminale, sono state rafforzate, ma la situazione è al momento tranquilla. “E’ mio dovere dire – ha sottolineato – che la situazione generale dell’ordine pubblico nel Paese, come risulta dal riscontro con le forze di polizia, non desta preoccupazione”. Poi i particolari della dinamica della sparatoria: Luigi Preiti, 49enne disoccupato, ha esploso sei colpi di pistola. Un gesto “isolato” che nelle intenzioni dell’uomo doveva concludersi con il suicidio, non compiuto “per l’esaurimento del caricatore”.
I ministri hanno lasciato palazzo Chigi subito dopo il Cdm e l’evolversi della vicenda, dal punto di vista politico, riprenderà domani mattina, quando la conferenza dei capigruppo di Montecitorio potrebbe calendarizzare subito le comunicazioni del Governo su quanto accaduto davanti al palazzo del Governo. Alfano, in questo senso, ha sottolineato che c’è la volontà dell’esecutivo a riferire immediatamente. E’ probabile – ma sarà deciso domattina – che domani nel pomeriggio si svolga il primo voto di fiducia, quello alla Camera, seguito martedì mattina da quello al Senato.
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