Milano, 24 giu. (LaPresse) – Il processo Ruby, finito sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, è stato anche segnato da forti contrasti tra Silvio Berlusconi e i magistrati di Milano. Il Cavaliere, nel corso degli ultimi 3 anni, ha ripetuto in più occasioni che i magistrati sono “politicizzati” e di sinistra e hanno messo in atto una vera e propria campagna contro di lui. Una versione che ha ripetuto perfino al presidente degli Stati Uniti Barack Obama il 26 maggio 2011 durante la riunione del G8 a Dauville.
Molte sono le manifestazioni di protesta organizzate dal Pdl contro i magistrati politicizzati. La più recente è stata a Brescia l’11 maggio scorso, quando dal palco di un comizio elettorale Silvio Berlusconi ha paragonato la sua situazione giudiziaria a quella di Enzo Tortora.
La protesta più evidente, però, è stata l’11 marzo 2013 davanti al tribunale di Milano. Circa 150 parlamentari del Pdl hanno invaso pacificamente la scalinata davanti a Palazzo di giustizia in corso di Porta Vittoria contro la decisione dei giudici del processo Ruby di mandare una visita fiscale al San Raffaele per accertare le condizioni di salute del Cavaliere, ricoverato per una uveite bipolare e scompensi pressori. “Noi abbiamo un interlocutore di cui ci fidiamo – spiega il segretario del partito Angelino Alfano – è il presidente della Repubblica e del Csm. A Napolitano affidiamo la nostra preoccupazione per questa emergenza democratica”. Il gruppo, guidato dal segretario Alfano, entra a Palazzo di giustizia e cerca di prendere posto nell’aula del processo Ruby, ma trovandola chiusa, si ferma nel corridoio. Immediate le reazioni del mondo politico e dei magistrati per il gesto dei parlamentari Pdl.
Nei 27 mesi dall’inizio del processo Ruby ad oggi, Silvio Berlusconi è tornato diverse volte in tribunale a Milano. La prima volta è stata il 28 marzo 2011, quando Silvio Berlusconi si è presentato al Palazzo di giustizia, dove si celebrava l’udienza preliminare del processo Mediatrade. Era da otto anni che non entrava in un’aula di giustizia. Fuori sostenitori dell’Italia dei valori gli hanno fatto trovare il cartello: “Bentornato. Dentro ti stanno aspettando”. Più numerosi i sostenitori del premier. Su banchetti allestiti in mezzo a un nugolo di celerini si offrono magliette con la scritta “Silvio, devi resistere”, “Basta con le false accuse a Berlusconi”.
Da allora la presenza di sostenitori e fan del Cavaliere si sono dati appuntamento molte volte fuori dal tribunale.
In particolare, l’11 aprile 2011 Berlusconi si presenta in tribunale a Milano per un’udienza del processo Mediaset. All’esterno organizza un vero e proprio comizio durante il quale spiega, molto prima che in aula, che Ruby era stata “pagata per evitare che si prostituisse”. “Le avevo dato la possibilità di entrare in un centro estetico con un’amica – spiega alla folla dei sostenitori – che lei avrebbe potuto realizzare se portava un laser per la depilazione, per un importo che a me sembrava di 45mila euro. Invece lei ha dichiarato di 60mila e io ho dato l’incarico di darle questi soldi per sottrarla a qualunque necessità, per non costringerla a fare la prostituta e portarla anzi nella direzione contraria”. Berlusconi precisa anche di aver telefonato in questura la notte tra il 27 e 28 maggio 2010 per “evitare un incidente diplomatico”. “Ho chiesto un’informazione, preoccupato per una situazione che poteva dar luogo a un incidente diplomatico. Successivamente mi è stato risposto che la ragazza non era egiziana, ed è caduto tutto. Quindi non c’è alcuna concussione. Accuse risibili, demenziali e infondate”. E la ragazza “ha sempre detto di non avere mai ricevuto avances da parte mia”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata