Roma, 13 lug. (LaPresse) – “Ineleggibile o incompatibile? Salvare ancora Berlusconi o dopo vent’anni di inciuci dimostrare di essere qualcosa di più di un ectoplasma politico? Questo è il problema per il pdmenoelle”. Riprende l’Amleto di Shakespeare, Beppe Grillo nel suo blog, commentando il ddl presentato ieri dai democratici. Venti senatori del Partito democratico hanno depositato un disegno di legge a palazzo Madama per modificare la legge 361 del 30 marzo 1957, sostituendo il principio di ‘ineleggibilità’ con quello di ‘incompatibilità’. Nelle fattispecie può rientrare anche il caso del leader del Pdl e senatore Silvio Berlusconi: il Cavaliere potrebbe scegliere di rinunciare al seggio oppure rimuovere la causa dell’incompatibilità, mantenendo il ruolo di parlamentare. “Berlusconi – si legge sul blog – avrà quindi un anno per scegliere fra le sue aziende o la politica. Nel frattempo potrà rimanere tranquillamente in Parlamento invece di esserne cacciato”.
Grillo prosegue l’affondo con il dubbio ‘amletico’ che dovrebbe affliggere il Pd: “Se sia più nobile d’animo sopportare gli oltraggi dell’opinione pubblica, i sassi e i dardi della propria sepolta coscienza, o buttar fuori dal Parlamento un evasore ineleggibile. Tra ‘essere e non essere’ il pdmenoelle ha sempre scelto, in nome di comuni interessi, di non essere”. Mucchetti, Zanda e gli altri 23 senatori che hanno sottoscritto il ddl sono definiti dal leader del Movimento 5 Stelle “salvaberluschini”. Grillo quindi conclude: “Per gli amici del giaguaro, quelli che dovevano smacchiarlo, le leggi che lo riguardano non si applicano e, se si è costretti a farlo, si cambiano”.
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