Roma, 16 lug. (LaPresse) – “Non mi dimetto”. Così Roberto Calderoli, intervenendo in aula al Senato, in merito alle dimissioni da vicepresidente richieste a più voci dopo le dichiarazioni sul ministro Cecile Kyenge. “Sarei stato pronto a dimettermi – spiega il senatore leghista – se in ufficio di presidenza ci fosse stata un’amplissima maggioranza che me l’avesse chiesto. Ma così non è stato”.
Calderoli però ammette di aver “commesso un errore gravissimo. Le mie dichiarazioni – aggiunge – che non ho difficoltà a definire sbagliate e offensive e che per le quali il presidente Napolitano si è indignato. E anche con lui mi scuso”. “Come già ho riconosciuto alla stampa e alla diretta interessata – spiega il senatore – preso dalle foga di un comizio davanti a 1500 persone ho commesso un errore grave, gravissimo perché ho spostato il confronto dal piano politico a quello personale”. Calderoli aggiunge inoltre che “domenica ho fatto le mie scuse al ministro che le ha subito accettate, e di questo le sono grato, avendo compreso che la frase per quanto esecrabile non voleva avere significati razziali né peggio ancora razzisti”.
“Oggi quelle scuse – prosegue – le porto a quest’aula perché con le mie parole ho reso nocumento all’immagine dell’istituzione cui mi onoro di appartenere”. “Ho parlato al ministro Kyenge, ha già accettato le mie scuse, le manderò un mazzo di fiori”.
“Sul mio onore vi dico – aggiunge il senatore leghista rivolgendosi all’assemblea – che mai più attaccherò un avversario politico con parole offensive, ma altrettanto vi garantisco che non farò mai sconti a un governo che consente e quasi incoraggia l’ingresso illegale nel nostro Paese. “Io ho sempre dato lealtà – conclude calderoli – lavoro e correttezza oggi chiedo la Senato stessa lealtà e la sua comprensione”.
“Ho fatto una sciocchezza, lo riconosco, ma da vicepresidente del Senato vorrei essere giudicato per quello che faccio in Aula. Sul mio ruolo di politico giudicano gli elettori, come avviene in democrazia”.
PALAZZO CHIGI: “MARONI CORRESPONSABILE”. “Altro che tutto rientrato. La scivolata è solo quella di un leader che non riesce a far dimettere Calderoli dalla vicepresidenza del Senato, carica che purtroppo non è oggetto di voto di sfiducia”. E’ la reazione che trapela da palazzo Chigi in merito alle parole del leader della Lega Nord, Roberto Maroni, sul caso Kyenge. “Così facendo – sottolineano le stesse fonti – Maroni è correo degli insulti al ministro Kyenge”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata