Roma, 30 lug. (LaPresse) – Il processo Mediaset, che verrà esaminato dai giudici della Corte di Cassazione, riguarda la compravendita di diritti televisivi effettuata dalle reti di Silvio Berlusconi. Secondo l’accusa, questi acquisti sarebbero serviti in realtà a creare fondi neri pari a 280 milioni di euro, senza pagare le tasse e commettendo frode nei confronti degli azionisti. Il Cavaliere, inoltre, avrebbe continuato ad occuparsi direttamente di alcune società, tramite prestanome, anche dopo il suo ingresso in politica. Il processo Mediaset è iniziato nel 2003 ed è durato 10 anni, tra sospensioni, legittimi impedimenti, richieste di trasferimento del processo a Brescia e ritardi per le traduzioni dei documenti e richieste della difesa. Il rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi e per altre 11 persone è arrivato nel 2006. Per arrivare alla sentenza di primo grado ci sono voluti 6 anni di ‘stop and go’, tra le richieste di ricusazione avanzate dai legali e l’istanza di astensione presentata dal giudice. Ci sono anche stati slittamenti dovuti al lodo Alfano e al conseguente ricorso alla Consulta, alla richiesta di trasferimento del procedimento a Brescia, ai molti legittimi impedimenti chiesti da Silvio Berlusconi e ai cambi di capo d’imputazione. Alla fine Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale (di cui 3 coperti da indulto) e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici oltre al pagamento in solido con altri imputati di 10 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate.

Anche il processo d’appello, terminato l’8 maggio 2013, è stato caratterizzato dai legittimi impedimenti per la malattia di Berlusconi, ricoverato al san Raffaele per uveite bipolare, per la campagna elettorale, l’elezione del capo dello Stato e la nomina del governo. Alla fine il collegio presieduto da Alessandra Galli ha confermato la sentenza di primo grado. Queste le principali tappe del processo. – 25 GIUGNO 2001: con le perquisizioni della Guardia di Finanza negli uffici di Mediaset a Cologno Monzese trapela l’esistenza di un’inchiesta appena avviata sulla contabilità del gruppo televisivo.

– 3 GIUGNO 2003: Alcuni quotidiani scrivono di un’inchiesta aperta dalla Procura di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi, scaturita da un’altra indagine denominata ‘All Iberian’ sul comparto estero di Fininvest. Nei giorni seguenti saprà che l’indagine c’è e che i pm titolari, Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale, hanno già chiesto una rogatoria urgente negli Stati Uniti. La richiesta sarà poi bloccata dal ministro della Giustizia Roberto Castelli.

– 7 LUGLIO 2004: Nell’inchiesta sui diritti tv risultano indagati anche Marina e Piersilvio Berlusconi. Con loro sono stati iscritti, tra gli altri, il padre Silvio Berlusconi, il presidente Mediaset Fedele Confalonieri, l’ex responsabile del settore estero Fininvest Giorgio Vanoni, l’ex responsabile di Fininvest Service in Svizzera Candia Camaggi e il presidente di Arner Bank Paolo Del Bue.

– 13 LUGLIO 2004: I militari del Nucleo Provinciale della Guardia di Finanza di Milano perquisiscono di nuovo gli uffici Mediaset.

-19 FEBBRAIO 2005: i pm Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo notificano a 14 indagati l’avviso di chiusura indagini.

– 26 APRILE 2005: i pm chiedono il rinvio a giudizio per 14 imputati tra cui Silvio Berlusconi, Fedele Confalonieri, il produttore statunitense di origine algerina Frank Agrama e l’allora numero uno di Arner Bank Paolo Del Bue.

– 28 OTTOBRE 2005: comincia udienza preliminare.

– 7 LUGLIO 2006: il gup Fabio Paparella manda a processo 12 persone, tra cui Berlusconi, e proscioglie Candia Camaggi, ex dirigente di Fininvest Service di Lugano, e Giorgio Vanoni, già dirigente Fininvest.

– 21 NOVEMBRE 2006: comincia il processo davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale. Il collegio è presieduto da Edoardo D’Avossa.

– 30 NOVEMBRE 2006: Il gup dispone l’archiviazione per Marina e Pier Silvio Berlusconi.

– 15 GENNAIO 2007: Vengono dichiarati prescritti i reati fino al 1999.

– 25 FEBBRAIO 2008: il processo si ferma fino al 21 aprile per le elezioni.

– 26 SETTEMBRE 2008: il processo viene sospeso dal Tribunale che ha accolto l’eccezione di leggittimità costituzionale del Lodo Alfano sollevata dai pm.

– 16 NOVEMBRE 2009: dopo la bocciatura del Lodo Alfano riprende il processo che viene però subito rinviato al 18 gennaio successivo.

– 19 APRILE 2010: il processo viene ancora sospeso per una questione di legittimità costituzionale della legge sul legittimo impedimento.

– 28 FEBBRAIO 2011: dopo la bocciatura parziale della legge sul legittimo impedimento il processo riparte.

– 20 APRILE 2011: Il Governo solleva il conflitto di attribuzione.

– 5 ottobre 2011: La Consulta dichiara ammissibile il conflitto di attribuzione.

– 18 giugno 2012: I pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro chiedono pene comprese tra i 3 anni e i sei anni di carcere per gli imputati. Per Berlusconi chiedono una condanna a 3 anni e 8 mesi. 22 OTTOBRE 2012: I giudici si ritirano in camera di consiglio.

– 26 OTTOBRE 2012: Il tribunale di Milano condanna Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione (di cui 3 condonati per l’indulto) e assolve Fedele Confalonieri. A Berlusconi il collegio presieduto da Edoardo D’Avossa infligge anche la pena accessoria di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, condanna non immediatamente esecutiva. Condannati anche Frank Agrama a 3 anni, Daniele Lorenzano a 3 anni e 8 mesi, Gabriella Galetto a 1 anno e 2 mesi. Per le altre sei persone, tra cui Fedele Gonfalonieri, il fondatore della Arner Bank Paolo Del Bue e Giorgio Dal Negro, c’è l’assoluzione per prescrizione o con formula piena. I giudici hanno riconosciuto Berlusconi “dominus indiscusso” del gruppo che “gestiva” anche dopo la sua “discesa in campo” nella politica. L’ex presidente del consiglio parla di “accanimento giudiziario” e “uso politico della giustizia”.

18 GENNAIO 2013: Davanti alla seconda corte d’Appello di Milano, presidente Alessandra Galli, comincia il processo di secondo grado che viene però fermato due volte dai giudici per permettere a Silvio Berlusconi di partecipare alla campagna elettorale e di essere curato per la sua uveite bipolare. Un rinvio è stato disposto anche poi in attesa della decisione della Cassazione sull’istanza di rimessione del processo, che per la difesa di Berlusconi dovrebbe essere celebrato a Brescia, presentata il 15 marzo e respinta dalla Consulta il 6 maggio.

– 1 MARZO 2011 Silvio Berlusconi rilascia dichiarazioni spontanee e dice di non essersi “mai occupato di diritti tv”.

– 1 MARZO 2013: l’avvocato generale Laura Bertolè Viale, rappresentante della pubblica accusa, ha chiesto la conferma delle quattro condanne inflitte in primo grado, tra cui i 4 anni di carcere e 5 di interdizione dai pubblici uffici per Berlusconi. In più ha chiesto una pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione per Fedele Confalonieri e di 3 anni per Marco Colombo e Giorgio dal Negro. Per Paolo Del Bue, la proposta del pg è stata conferma dell’assoluzione per intervenuta prescrizione e non nel merito come voluto dal suo difensore.

– 9 MARZO 2013: Berlusconi assente perchè malato di ‘uveite bilaterale’. Il Tribunale chiede la visita fiscale al San Raffaele e si decide che non c’è impedimento.

– 16 MARZO 2013: Sì al legittimo impedimento – 23 MARZO: ancora un legittimo impedimento. Si rinvia al 20 aprile.

– 20 APRILE 2013: legittimo impedimento per l’elezione del Presidente della Repubblica. Si rinvia all’8 maggio.

– 8 MAGGIO 2013: i giudici confermano in appello la sentenza di primo grado e condannano Silvio Berlusconi a 4 anni per frode fiscale (di cui 3 coperti da indulto) e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.

– 9 LUGLIO 2013: i difensori di Berlusconi presentano ricorso in Cassazione. La prima udienza davanti agli ermellini è fissata per il 30 luglio.

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