Mediaset, pg: Ridurre interdizione per Berlusconi a 3 anni

Roma, 30 lug. (LaPresse) – L’interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi, decisa dalla Corte d’appello di Milano nell’ambito del processo dei diritti tv Mediaset, va “rideterminata” da 5 a 3 anni. A chiederlo è il procuratore generale della sezione feriale della Corte di Cassazione, Antonello Mura, al termine di una requisitoria fiume, durata quattro ore e mezza, davanti al collegio giudicante chiamato a decidere se confermare o meno la condanna del Cavaliere per frode fiscale. Rigettato, invece, il ricorso della difesa dell’ex presidente del Consiglio per quanto riguarda la condanna di 4 anni. “Ferma la condanna per il reato di frode fiscale, la pena della reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici, occorre ricondurre questa sanzione accessoria ai termini di legge”, ha detto il procuratore generale. “Cinque anni di interdizione – ha proseguito – non sono giustificabili”, spiegando che la norma vigente prevede, in caso di reati analoghi, l’interdizione da uno a tre anni, mentre la Corte d’appello non ha motivato sufficientemente la decisione di innalzarla a cinque. La strada auspicata da Mura è che sia la stessa Cassazione a rideterminare l’interdizione: una strada che i giudici della Suprema Corte potranno perseguire o, al contrario, rimandare la questione all’appello di Milano.

Il pg ha quindi chiesto la conferma dell’impianto della sentenza di secondo grado, con eccezione del riconteggio della pena accessoria. Una requisitoria dura, quella del pg, che non ha esitato a definire Berlusconi “l’ideatore del meccanismo delle frodi fiscali”, il cui “controllo” su Mediaset “è stato perdurante”. L’impianto accusatorio parla di una “continuità del sistema”, che aveva il duplice obiettivo “di gonfiare i costi per benefici fiscali e produrre pagamenti per la costituzione all’estero di ingenti capitali”. “Ci si è avvalsi di fatturazioni inesistenti e l’imposta evasa resta consistente”, ha sottolineato Mura. Per i protagonisti della vicenda, secondo il procuratore generale,”non è possibile immaginare una posizione di nitidezza” e “non è possibile che non soffrano di commistioni o di contaminazioni”. Il sostituto procuratore ha ‘difeso’ le sentenze di primo e secondo grado, sostenendo che il processo “non presenta vizi procedurali ed è stato celebrato secondo le regole”, richiamando al ruolo della Cassazione, che “non è la sede per esprimere giudizi di valore”. La requisitoria del pg ha occupato gran parte della prima giornata del processo, iniziato con l’annuncio dei legali di Berlusconi, Franco Coppi e Niccolò Ghedini, di non chiedere il rinvio dell’udienza.

La linea della difesa è chiara, come spiega Coppi: “Noi puntiamo a un annullamento radicale” e per questo la richiesta di Mura è “ammirevole”, ma “difende una sentenza indifendibile”. Le conclusioni dell’avvocatura dello Stato, con le ragioni dell’Agenzia delle entrate (parte civile nel processo ndr) hanno chiuso la giornata al Palazzaccio: si riprenderà domani mattina, alle 9.30, quando si riapriranno le porte della prima sezione penale della Cassazione e i legali dei quattro imputati prenderanno la parola.