Modena, 7 ago. (LaPresse) – Da ‘Non è tempo per noi’ di Ligabue ad Alda Merini, Matteo Renzi ha scelto il cantautore emiliano e la poetessa lombarda per aprire e chiudere il suo comizio con cui, alla festa del Pd di Castelfranco Emilia (Modena), ha rotto un lungo periodo di silenzio. “Oggi il Pd deve avere l’intelligenza e l’energia per spostarsi altrove”, ha detto il sindaco di Firenze. Questo nello specifico per il primocittadino significa che “al posto di Imu e Iva, il Pd deve parlare di come faremo pagare le tasse a chi non le paga” e, in secondo luogo, che “l’Europa non dev’essere più sinonimo di paura ma di speranza”. Infine, “spostarsi altrove” per Renzi vuol dire che “il Partito democratico dev’essere altro da quello che è stato in questi 20 anni: il nemico non più più essere il collante per stare insieme”.

Esigenza di rinnovamento del Pd e del sistema Paese è stato il leit motiv del discorso del sindaco di Firenze, perchè “bisogna tornare alla politica, ma non con questi politici”. Nel comizio sono stati toccati tutti i temi principali del momento, dalla sentenza Mediaset al caso Shalabayeva, passando per il governo Letta e Grillo. “In Italia – ha detto Renzi – dobbiamo ripartire dalle cinque E: educazione, dagli asili nido all’università; energia; equità (chiedere un contributo a chi ha le pensioni d’oro è un atto di giustizia); Europa perchè dobbiamo smettere di guadare all’Europa come il nostro grande problema; infine la ‘e’ di entusiasmo: il Pd deve essere orgoglioso e coraggioso”.

A proposito della sentenza Mediaset, Renzi ha dichiarato: “Capisco Bondi, Brunetta, Schifani che sono animati da un affetto profondo” ma “le sentenze si rispettano e la legge è uguale per tutti. Ora occupiamoci del Paese”. “Oggi che è arrivata una sentenza, e non una sconfitta elettorale, abbiamo bisogno di un Pd che stia insieme non perché c’è una minaccia”, ha spiegato il sindaco fiorentino, sottolineando però di aver “sempre preferito sconfiggere Berlusconi alle elezioni”. E sulla riforma della giustizia, il primo cittadino ha dichiarato: “Se non funziona la giustizia civile non funziona l’Italia” quindi “bisogna fare la riforma della giustizia non perché la chiede uno”.

Sulla tenuta del governo Letta, Renzi ha messo i puntini sulle ‘i’, spiegando che è stato proprio per l’accusa di tifare contro il governo in carica che ha preferito togliersi per un po’ di tempo dai riflettori. “Io ho smesso di parlare perchè mi hanno accusato di non volere che il governo durasse”, ha motivato così il suo lungo silenzio. “Da italiano – ha aggiunto – spero che il governo faccia qualcosa di bene per l’Italia e faccio tifo per Letta”. Salvo poi machiavellicamente specificare: “Se il governo fa quello che deve fare per me può durare fino al 2018. Se sei presidente del Consiglio, fai quello per cui sei chiamato a fare. Ma se non ci riesci, fai un passo indietro e non dai colpa a chi sta fuori”.

Renzi ha quindi sollecitato il partito democratico perchè stabilisca una data per il congresso, dove si candida come segretario e premier di governo, e ha bacchettato l’esecutivo sul caso Shalabayeva: “E’ mancanza di lealtà dare colpa alla polizia e se i politici hanno sbagliato, devono ammetterlo”.

Infine un colpo di fioretto contro Beppe Grillo. “E’ lui che vuole che Pd e Pdl stiano insieme e le cose non cambino in Italia: Grillo è il principale sponsor delle larghe intese”, ha concluso il sindaco di Firenze.

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