Roma, 23 ago. (LaPresse) – “Che cosa accadrebbe se si andasse rapidamente al voto e ancora con il Porcellum? Credo che sarebbe decisiva la scelta del candidato premier da parte del centrosinistra. Se fosse Matteo Renzi, lo studio dei più recenti flussi dei sondaggi ci dice che potrebbe assicurare la vittoria alla sua coalizione, portando tra i 5 e i 6 punti in più”. Così, a LaPresse, Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing, l’istituto di sondaggi e di studi di demoscopia di Napoli. E se il centrosinistra non scegliesse Renzi? “In quel caso, è probabile che si affiderebbe a un candidato per così dire ‘istituzionale’ – spiega ancora Noto -, un po’ come accadde la volta scorsa con Bersani. In questo caso, è probabile che toccherebbe ad Enrico Letta. Ma anche l’attuale premier non pare, come Bersani, essere un trascinatore di voti.Il rischio è che si ripeta quanto accadde nel febbraio scorso. Adesso, come allora, avevamo solo dei sondaggi sulle intenzioni di voto per i partiti. Il distacco tra centrosinistra e centrodestra era netto e il voto per il Movimento 5 Stelle era molto al di sotto di quello poi uscito dalle urne. In quella situazione, l’effetto Berlusconi fu decisivo: il Cavaliere, che è un candidato premier che trascina l’elettorato, recuperò tra i 5 e i 6 punti e altrettanti ne perse Bersani, mentre questa situazione favorì un recupero di Grillo”.
E oggi, come sono invece i rapporti di forza tra questi tre ‘poli’? “Oggi i sondaggi di quasi tutti gli istituti di rilevazione, che risalgono però all’inizio di agosto, ci dicono che centrosinistra e centrodestra oscillano attorno a una sostanziale parità che si colloca al 33 per cento, mentre Grillo è sceso stabilmente sotto il 20 per cento. A questo punto, l’indicazione di Renzi, tenuto conto della quasi sicura assenza tra i candidati di Berlusconi e dell’estrema difficoltà per il centrodestra di trovare un nuovo leader ‘vincente’, potrebbe influenzare e fortemente lo stallo attuale. Renzi – la mia è una valutazione che deriva dai sondaggi e non una valutazione politica – è un candidato che dà valore aggiunto alla coalizione, Letta invece no. Soprattutto, però, Renzi è in grado di esprimere un’immagine ‘innovativa’ e di rottura rispetto al passato, cosa che potrebbe garantire anche un efficace argine al recupero di voti da parte del M5S che, potenzialmente, potrebbe essere avvantaggiata dalla guerra tra centrosinistra e centrodestra sul caso-Berlusconi”.
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