Roma, 29 ago. (LaPresse) – Dopo la pace scoppiata ieri, il “gioco di squadra” grazie al quale secondo il premier Enrico Letta si è arrivati ad un risultato “equilibrato” sull’Imu che costituisce una vittoria “di tutto il Governo”, Pd e Pdl tornano in trincea. La prossima battaglia (la partita sull’incandidabilità di Silvio Berlusconi la stanno giocando le colombe di entrambi i partiti) riguarda l’aumento dell’Iva.
E’ il viceministro dell’Economia Stefano Fassina, in quota dem, a suonare la carica. “In una fase così difficile – tuona dal suo blog sull’Huffington Post – dedicare un miliardo per eliminare l’Imu per meno del 10% degli immobili di maggior valore, ha sottratto preziose risorse a finanziare, ad esempio, il rinvio dell’aumento dell’Iva previsto, oramai irrimediabilmente grazie alla ‘vittoria’ del PdL sull’Imu, per il 1 ottobre”.
Il rappresentante del Tesoro traccia una linea sulla lavagna, individuando “cose giuste” e “cose sbagliate” tra quelle decise ieri dal Consiglio dei ministri. “Le parti sbagliate – sottolinea – riguardano l’intervento sull’Imu per il 2013, in particolare la cancellazione per tutti della prima rata ‘saltata’ a giugno scorso”.
“Purtroppo – attacca – il governo Letta non è il governo del centrosinistra. È un governo di compromesso. Il compromesso raggiunto è utile all’Italia. Merito, in primis, di Enrico Letta. Ma la macchina della propaganda della destra va a mille”.
A stretto giro di posta risponde allora il presidente dei deputati Pdl Renato Brunetta: Fassina “per amor di polemica e di ideologia, straparla. Non ci sarà alcun aumento dell’Iva da ottobre, come da accordi di maggioranza – assicura – Aspettiamo smentite dal ministero dell’Economia e delle finanze”. L’ex ministro Pdl non ci sta: “Questo modo di fare del viceministro Fassina non è accettabile – tuona – in quanto produce incertezza e confusione. Perché?”.
Dal Governo una rassicurazione arriva dal vicepremier e segretario Pdl Angelino Alfano: dopo la “missione compiuta” dell’abolizione dell’Imu “un altro obiettivo importante che abbiamo per settembre – spiega – è quello di evitare l’aumento dell’Iva di un punto percentuale”. Il passaggio dell’imposta sui consumi dal 21 al 22% è previsto per il prossimo primo ottobre. Per sospendere l’aumento fino a gennaio 2014 il Governo deve trovare risorse per circa un miliardo, ma, scommette Alfano, “siamo fiduciosi di farcela”.
A ricordare ai componenti dell’esecutivo quale sia “il prossimo scoglio da superare” è anche Federconsumatori, che calcola come l’eventuale surplus dell’Iva avrebbe, tra costi diretti ed indiretti, ricadute per 207 euro annui a famiglia. “Applicare l’aumento – spiegano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti – significa trascinare il potere di acquisto, i consumi e la produzione industriale sotto i minimi storici, con conseguenze disastrose per l’economia italiana”. Per questo, concludono, è “fondamentale” cancellare tale aumento.
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