Roma, 29 ago. (LaPresse) – Silvio Berlusconi fu “l’ideatore” del sistema “del giro” dei diritti televisivi che produceva benefici fiscali illeciti per le sue aziende. A meno di un mese di distanza dalla pronuncia della sentenza che ha confermato la condanna a quattro anni per il Cavaliere nell’ambito del processo Mediaset, la sezione feriale della Corte di Cassazione ha depositato le motivazioni della sua decisione: 208 pagine nelle quali, si legge, il sistema ideato dal leader del Pdl ha “permesso di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere, conti correnti intestati ad altre società che erano a loro volta intestate a fiduciarie di Berlusconi”. La motivazione è stata firmata da tutti i giudici che hanno composto il collegio.
INVEROSIMILE BERLUSCONI VITTIMA DI TRUFFA. Per la Suprema Corte è “assoluta inverosimiglianza dell’ipotesi” di una “colossale truffa” ordita nei confronti del Cavaliere da parte “di personaggi da lui scelti e mantenuti, nel corso degli anni, in posizioni strategiche e nei cui confronti non risulta essere mai stata presentata alcuna denuncia”. Pur riconoscendo il fatto che Berlusconi non ha intrattenuto rapporti diretti con gli esecutori materiali della gestione finanziaria di Mediaset, i giudici sottolineano che “ha lasciato che tutto proseguisse inalterato, mantenendo nelle posizioni strategiche i soggetti da lui scelti e che continuavano ad occuparsi della gestione in modo da consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset a fini di evasione fiscale”.
BERLUSCONI SAPEVA ANCHE DOPO DIMISSIONI. “I personaggi chiave sono stati mantenuti sostanzialmente nelle posizioni cruciali anche dopo la dismissione delle cariche sociali da parte di Berlusconi e in continuativo contatto diretto con lui, di modo che la mancanza in capo a Berlusconi di poteri gestori e di posizioni di garanzia nella società non è un dato ostativo al riconoscimento della sua responsabilità”, si legge a pagina 172.
BERLUSCONI: SENTENZA ALLUCINANTE. Il Cavaliere ha definito la sentenza “allucinante” e “fondata sul nulla”. L’ex premier è poi ritornato sulle possibili conseguenze nell’ambito politico: “Se pensano di eliminare con un voto il leader del primo partito in Italia, cioè io” e ciò dovesse succedere, allora “saremmo di fronte a una ferita profonda della democrazia”, ha detto.
LEGALI CAV: MOTIVAZIONI CASSAZIONE INESISTENTI. Gli avvocati di Berlusconi, Franco Coppi, Niccolò Ghedini e Piero Longo hanno definito quella della Cassazione “una decisione del tutto fuorviante e totalmente sconnessa dalla realtà dei fatti”. Per i legali, la motivazione è “inesistente”.
EPIFANI: SENTENZA NON E’ BASATA SU NULLA, VA APPLICATA. Il segretario nazionale del Partito democratico, Guglielmo Epifani, ha replicato a Berlusconi affermando che la sentenza della Cassazione “non è basata sul nulla”. Quello per cui è stato condannato Berlusconi “è un reato pesante e grave, soprattutto se commesso da un esponente politico”, ha aggiunto. Il numero uno del partito del Nazareno ha poi ribadito che “le sentenze si rispettano e si applicano”. In merito alla decadenza del Cavaliere dal suo incarico di senatore, Epifani ha detto: “La Giunta si riunirà, valuterà le ragioni della difesa, come è giusto in un ordinamento democratico, e poi deciderà e per quello che ci riguarda lo ripeto: la legge Severino non mi sembra per nulla e in nulla illegittima dal punto di vista anticostituzionale”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata