Roma, 30 ago. (LaPresse) – Quello di ‘senatore a vita’ è un istituto regolato dall’articolo 59 della Costituzione che così recita: “È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. Si tratta dunque di un’onorificenza legata ai poteri del presidente della Repubblica. Chi la riceve, però, può anche rinunciare.Questa circostanza si verificò il 7 dicembre 1949, quando il maestro Arturo Toscanini scrisse al presidente Luigi Einaudi dimettendosi dalla carica che gli era stata attrbuita dal Quirinale il giorno precedente.

Negli Anni ’80, invece, dopo una precosultazione informale, Indro Montanelli aveva comunicato al presidente Francesco Cossiga di non voler accettare la nomina. A lungo e sino alla presidenza dello stesso Cossiga, l’articolo 59 era stato sempre interpretato come la possibilità che potessero essere contemporaneamente in carica, a parte gli ex capi di Stato, solo cinque senatori per merito e a questa interpretazione si erano attenuti tutti i presidenti della Repubblica, sino a Sandro Pertini e a Cossiga che, invece, ritennero prevalente l’altra interpretazione, secondo la quale ogni inquilino del Quirinale potrebbe nominare cinque senatori a vita. Il numero di componenti ‘a vita’ del Senato raggiunse così il massimo storico di undici.

In seguito, il presidente Oscar Luigi Scalfaro ritenne prevalente la prima interpretazione e non fece nessuna nomina durante il suo mandato, mentre il suo successore, Carlo Azeglio Ciampi, nominò cinque senatori per merito, ma attendendo che il numero complessivo scendesse, nel 2001, sotto il limite di cinque.

Giorgio Napolitano, con le quattro nomine di oggi, ha raggiunto sia la soglia dei cinque senatori a vita per merito nominati da un unico capo di Stato sia quella di cinque senatori a vita presenti a Palazzo Madama. Il 9 novembre 2011, infatti, durante il suo primo mandato aveva nominato Mario Monti, prima di affidargli il compito di formare il governo. Da oggi i senatori a vita italiani sono dunque sei: l’ex capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, Mario Monti, Claudio Abbado, Elena Cattaneo, Renzo Piano e Carlo Rubbia.

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