Roma, 6 set. (LaPresse) – Roma, 6 set. (LaPresse) – L’ipotesi di una nuova maggioranza al Senato a supporto di un Letta-bis è tutta legata alla riunione della Giunta delle elezioni di lunedì, ma a palazzo Madama c’è già chi è pronto ad aprire a questo scenario in caso di uno strappo di Silvio Berlusconi.
In fermento, più degli altri, è il Movimento 5 Stelle: il senatore Luis Alberto Orellana, finito sulla graticola dei suoi per la disponibilità a nuove alleanze con altri partiti, è il più diretto. In un post pubblicato questa mattina su Facebook, Orellana insiste nel sottolineare che “bisogna essere pronti al dialogo con le altre forze politiche” in caso di una crisi di governo e la sua moral suasion potrebbe coinvolgere 4-5 grillini, pronti a lasciare il Movimento per sostenere un nuovo esecutivo Letta. La galassia dei pentastellati non è, però, la sola a credere che in Senato possa verificarsi “un vero terremoto” negli equilibri della maggioranza nel caso il Pdl decidesse di staccare la spina all’attuale esecutivo.
A partire dal gruppo Grandi Autonomie e Libertà, satellite del partito del Cavaliere: alcuni senatori, soprattutto quelli eletti al Sud, non escludono la possibilità di un comportamento legato all’interesse del Paese, che è da leggere come una disponibilità preventiva ad appoggiare un Letta-bis. C’è però anche chi, come il senatore Paolo Naccaro, è convinto che il problema non si porrà perchè “il presidente Berlusconi, da uomo di Stato, non ritirerà l’appoggio al Governo”. Naccaro esclude che il presidente del Pdl possa fare “il regalo più grande ai suoi detrattori” e ricorda le parole dell’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, sul rischio di sottovalutare la dimensione da statista di Berlusconi.
Più granitico, invece, il fronte del Pdl: Augusto Minzolini, su Twitter, assicura che “non ci sono traditori”, e se è vero che un sentimento di scontento latente anima qualche senatore, tuttavia non sembrano esserci ancora i segnali di un’imminente disponibilità al tradimento. Il pallottoliere della maggioranza a palazzo Madama è pronto, quindi, a rimettersi in moto anche se la strada di un ipotetico Letta-bis appare ancora in salita: numeri alla mano, infatti, la crepa del Pdl dovrebbe ampliarsi in modo consistente, con la fuoriuscita di almeno una decina di senatori, e anche il fronte dei grillini dovrebbe superare i 4-5 ipotetici dissidenti.
Scenari, quest’ultimi, tutt’altro che scontati. E altri ostacoli su questo percorso potrebbero arrivare anche da Scelta Civica: i malumori espressi negli scorsi giorni contro l’abolizione dell’Imu potrebbero portare 2-3 senatori a decidere di non seguire più Letta in una nuova avventura di governo. Fronte aperto anche quello del Pd: l’incognita è quella di Matteo Renzi, sempre più in pole per guidare il partito. In caso di una caduta del Governo, infatti, il sindaco di Firenze potrebbe forzare la mano e convincere i suoi a non sostenere un nuovo governo Letta.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata