Roma, 10 set. (LaPresse) – Giornata tesa tra i palazzi della politica a Roma, in attesa della nuova riunione della Giunta delle elezioni del Senato. Prima il premier Enrico Letta, e poi il ministro dell’Interno Angelino Alfano, annunciano che non saranno a Frascati, dove era previsto il loro intervento alla scuola di formazione estiva del Pdl. Poi i ministri del Pdl si riuniscono in un vertice a palazzo Chigi, per fare il punto e valutare l’ipotesi dimissioni nel caso, sempre più probabile – anche se non oggi – arrivi l’ok alla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Riassume il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin: “Le nostre dimissioni sono in mano al partito, così come penso quelle del Partito democratico. Se la linea del Pd sarà sempre la stessa, vuol dire che il Pd vuole andare alle elezioni presto”.

Intanto arriva dal relatore sul provvedimento in Giunta, Andrea Augello, una integrazione: “Ci muoviamo – annuncia – su un terreno inesplorato e per questo occorre individuare una procedura. Stasera presento le mie trenta righe integrative, venticinque per l’esattezza, per il resto non chiedo nulla. Ho parlato anche troppo, cinque ore, ascolterò”. Intanto si litiga sulla possibilità di derubricare le tre questioni sollevate ieri da pregiudiziali a preliminari. Se gli argomenti venissero derubricati come preliminari, infatti, si allungherebbero i tempi a disposizione dei componenti della Giunta per i rispettivi interventi.

Il clima di tensione coinvolge anche il Movimento 5 Stelle: un gruppetto di deputati organizza una ‘spedizione’ al Senato per assistere alla seduta della Giunta delle elezioni. “Ci stiamo organizzando – spiegano – è una cosa ‘easy’, vogliamo assistere anche noi deputati alla cosa, non ci faranno entrare dentro ma saremo lì a presidiare”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata