Roma, 30 set. (LaPresse) – Approvare il decreto per bloccare l’aumento Iva, poi la legge di stabilità e poi il voto, perché “la nostra esperienza in questo Governo è finita”. E’ il programma annunciato da Silvio Berlusconi all’assemblea dei parlamentari del Pdl a Montecitorio, che ha annunciato anche la volontà di congelare le dimissioni di deputati e senatori fino all’approvazione dei due provvedimenti. “Noi garantiamo – avrebbe detto, secondo quanto riporta chi era presente – che il decreto Iva sarà approvato. Abbiamo le coperture per 10 miliardi: no all’aumento di benzina e simili. È una follia l’aumento dell’Iva”. Silvio Berlusconi avrebbe assicurato “l’approvazione in una settimana” del decreto Iva, dell’abolizione della seconda rata Imu, con emendento, e della legge di stabilità “senza aumento delle tasse. Poi – avrebbe aggiunto il Cavaliere durante l’assemblea con i gruppi parlamentari – si chiude e si va a votare”. “Ho avuto un incontro – ha spiegato l’ex premier – con i ministri. C’è unità d’intenti, loro temono che le dimissioni facciano perdere consenso: hanno ragione, ma ora è superato”.

CICCHITTO CONTRO BERLUSCONI: “QUESTIONI RESTANO APERTE”. “C’è da sviluppare – ha spiegato Fabrizio Cicchitto, parlando del ritiro delle dimissioni dei parlamentari – una dialettica politica e non potevano rimanere sul campo addirittura le dimissioni dei parlamentari. Il campo andava sgombrato, non potevamo restare imbalsamati in questa situazione”. Poi ha puntualizzato: “Ho chiesto un dibattito e un approfondimento che cortesemente mi è stato detto veniva rinviato ad altra occasione. Il problema aperto da queste proposte del presidente Berlusconi è che queste cose non possono essere fatte da un governo che non sia nella pienezza dei poteri. Perciò o vengono ritirate le dimissioni, o vengono mantenute le dimissioni però noi votiamo la fiducia. Questa questione è rimasta un interrogativo appeso”. Perciò, ha concluso, “dobbiamo approfondire questi aspetti del nostro comportamento nei confronti del governo”.

SANTANCHE’: “UN DISCORSO STUPENDO”. “E’ stato un discorso stupendo, siamo tutti uniti”, ha commentato Daniela Santanché, al termine della riunione. Quanto alle dimissioni dei ministri, ha aggiunto, “valuteremo tutti insieme appassionatamente”.

PD: “BASTA RICATTI”. Dura la reazione del Pd. “Basta ricatti. Berlusconi continua a cambiare le carte in tavola solo per problemi personali – scrive il capogruppo alla Camera, Roberto Speranza -. L’Italia ha bisogno di lavoro e stabilità e lui continua ad anteporre le questioni personali ai problemi del Paese”.

LETTA: “MIA AGENDA RESTA PER 2014”. Rispedisce tutto al mittente il premier Enrico Letta. “L’orizzonte” del Governo “non cambia”, spiegano fonti di palazzo Chigi, sottolineando che il premier resta fermo sulla necessità di un “chiarimento in Parlamento”, mentre “da definire” è ancora “la modalità tecnica” di questo chiarimento. Dopo il discorso in aula, viene spiegato, il premier potrebbe infatti decidere di chiedere subito la fiducia, di aspettare il dibattito per chiederla o di non chiederla affatto. Letta, in ogni caso, sarebbe intenzionato a “chiedere conto della fiducia ricevuta ad aprile”. Non una settimana per approvare i provvedimenti economici, come chiesto da Silvio Berlusconi, insomma, ma un certificato di sana e robusta costituzione per il Governo fino al 2014, che consenta di includere in agenda “la legge di stabilità, le riforme, il semestre europeo”.

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