Roma, 2 ott. (LaPresse) – “Adesso qualcuno vorrebbe anche spacciarla per grande statista presidente Letta e addirittura per salvatore della patria e padre della terza repubblica insieme al ministro Alfano. A ben vedere però, se un raffronto è possibile con quanto accaduto in passato e quanto accade oggi, questo lo si può fare solo con la riunione del gran consiglio fascista del 24/25 luglio 1943. In quella riunione infatti, i gerarchi del partito fascista, disperati per l’esito infausto della guerra ormai perduta e da loro causata, con gli alleati ormai alle porte, cercarono di salvare loro stessi e quel poco di potere che gli era rimasto, buttando a mare Mussolini, col quale avevano governato fino a quel momento”. Lo ha detto il senatore M5S Mario Giarrusso parlando in aula.

“Si trattava soltanto, ora come allora – ha continuato – di pugno di uomini disperati, che nel momento più grave e tragico della nostra storia, pensarono che sacrificando uno di loro, uno di cui erano stati sino ad allora tutti complici e sodali, avrebbero potuto aver salva la vita e forse persino il potere e la posizione conseguita”.

“Ora come allora, signor presidente – ha proseguito – non si salva la patria, né si difende la libertà e la democrazia col tradimento e le congiure di palazzo. La libertà, onorevoli colleghi, sin dalla notte dei tempi e a qualsiasi latitudine di questo pianeta, la si conquista e la si difende col sacrificio e col sangue dei giusti”.

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