Roma, 14 nov. (LaPresse) – Crisi economica, disoccupazione, rispetto e cura dei più deboli, ruolo della famiglia nella società. Sono questi gli argomenti su cui il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e Papa Francesco hanno espresso, nell’incontro di oggi al Quirinale, piena sintonia e condivisione. “I mali più gravi che affliggono oggi il mondo” sono “provocati o esasperati dalla crisi di questi anni sia nelle ‘periferie’ di diversi continenti, in luoghi rimasti ancora ai margini di un moderno sviluppo economico e benessere sociale”, ha spiegato Napolitano. Bergoglio gli fa eco sottolineando come “il momento attuale è segnato dalla crisi economica che fatica ad essere superata” e tra gli effetti “più dolorosi c’è quello di una insufficiente disponibilità di lavoro. È necessario moltiplicare gli sforzi per alleviarne le conseguenze e per cogliere ed irrobustire ogni segno di ripresa”. Il capo dello Stato ha definito infatti la disoccupazione uno dei “mali estremi” con i giovani “schiacciati sul presente”.

Altro tema caro ai due capi di Stato la pace in regioni “tormentate da laceranti conflitti, come il Medio Oriente e il Mediterraneo” dove l’Europa, ha ribadito Napolitano, è “debitrice di risposte e impegni efficaci”. Anche Papa Francesco ha richiamato il nostro paese “ad offrire nel consesso internazionale il suo contributo per la pace e la giustizia” e ha ricordato la sua recente visita a Lampedusa: “Ho incontrato da vicino la sofferenza di coloro che, a causa delle guerre e della miseria, si avviano verso l’emigrazione in condizioni spesso disperate – ha sottolineato – ho visto l’encomiabile testimonianza di solidarietà di tanti che si prodigano nell’opera di accoglienza”.

L’inquilino del Quirinale ha approfittato della visita ufficiale di Papa Francesco per richiamare i rappresentanti delle istituzioni (folta la rappresentanza al Colle con il governo al completo, ndr.) al dialogo tanto caro al Pontefice: “In Italia – ha stigmatizzato Napolitano – siamo immersi in una faticosa quotidianità, dominata dalla tumultuosa pressione e dalla gravità dei problemi del paese e stravolta da esasperazioni di parte in un clima avvelenato e destabilizzante”. Un richiamo particolare, il presidente lo ha ricolto proprio alla politica che ha la “drammatica necessità (lo vediamo bene in Italia) di recuperare partecipazione, consenso e rispetto, liberandosi dalla piaga della corruzione e dai più meschini particolarismi”. Papa Bergoglio confida nelle possibilità dell’Italia per uscire dalla crisi: “Attingendo dal suo ricco patrimonio civile e spirituale – ha auspicato -sappia nuovamente trovare la creatività e la concordia necessarie al suo armonioso sviluppo”.

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