Roma, 23 nov. (LaPresse) – Quasi un’ora e mezza di discorso per Silvio Berlusconi davanti alla platea del movimento della Giovane Italia al Palazzo dei Congressi dell’Eur di Roma. Dopo avere parlato della storia politica di Forza Italia e avere attaccato più volte la magistratura, al termine dell’intervento il Cavaliere ha fatto l’affondo finale definendo il voto sulla decadenza un colpo di Stato e dicendo che Napolitano dovrebbe concedergli la grazia senza ricevere la sua richiesta.
“Il presidente della Repubblica – ha detto – non dovrebbe avere un attimo di esitazione, senza che io lo richieda, perché io ho la dignità di non chiederlo, a concedere un provvedimento che cancelli l’ignominia dell’affido ai servizi sociali”. “Non è possibile – ha aggiunto a proposito della decadenza – accettare che in questo Paese si compia simile delitto. Sfidiamo apertamente la sinistra che non ha mai rinnegato l’ideologia più criminale del mondo e che fa dell’odio e dell’invidia il suo comportamento. Non pensi la sinistra che lasceremo questo colpo di Stato si realizzi”.
“Sono 3 notti consecutive che non riesco a dormire perché quel che sta accadendo mi preoccupa moltissimo e non per quel che mi riguarda, io ho un’età veneranda, ho combattuto, sognato e realizzato cose. Sono preoccupatissimo per quel che sta succedendo al nostro Paese per l’attacco che si sta portando avanti alla libertà senza che nessuno si alzi a gridare”, aveva detto Berlusconi in apertura del suo intervento.
“Credo che Dell’Utri avesse detto bene, rispetto a tutti gli altri Mangano è stato un eroe”, ha detto Berlusconi incontrando il movimento Giovane Italia, raccontando i suoi rapporti con Vittorio Mangano. Il Cavaliere ha spiegato che Mangano gli fu presentato da Marcello Dell’Utri, suo assistente, per fare lo stalliere nella sua villa di Arcore. “Venne ad Arcore – ha raccontato il Cavaliere – con la moglie, i 2 figli e la vecchia anziana mamma. Mangano accendeva ogni domenica le candele in chiesa, si è sempre comportato bene. Poi ebbe una disavventura perché la sua azienda fallì e se ne andò. Non conosco la sua storia ma credo che si complicò la vita mettendosi con persone che appartenevano alla Mafia e fu accusato addirittura di essere stato complice in un omicidio. Poi venne assalito dal cancro. Ogni settimana il procuratore gli diceva: ‘Tu vuoi andare a casa, ti mandiamo oggi se ci racconti dei rapporti fra Dell’Utri e la mafia, fra Berlusconi e la mafia’. Lui disse alle sue figlie e agli avvocati: ‘Ma come faccio a inventarmi queste cose su Berlusconi che mi ha trattato sempre in modo fantastico, che mi ha fatto passare i sei mesi più sereni della mia vita?’. E’ stato mandato a casa il mattino del pomeriggio in cui è morto”.
Durante il suo intervento, anche un passaggio sulla vicenda della compravendita dei senatori: “Disse ai procuratori: ‘Ho ricevuto 2 milioni di euro in nero, in contanti, portati da una terza persona’. Ma che ragione avrei avuto? De Gregorio aveva una bancarotta fraudolenta addosso. I pm di Napoli l’hanno convinto a fare questa dichiarazione per accusarmi, De Gregorio ha accettato di dirsi colpevole e di patteggiare a 18 mesi. I pm gli hanno detto che la bancarotta sarebbe andata sotto il tappeto se avesse detto qualcosa di Berlusconi”.
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