Roma, 27 nov. (LaPresse) -Dopo le tensioni di ieri, il maxiemendamento sostitutivo della Legge di Stabilità è stato approvato all’una meno un quarto di notte in Senato con 171 voti favorevoli e 135 contrari. Presenti 307 senatori e 306 votanti. Il ‘sì’ al provvedimento vale anche come voto di fiducia al Governo, lo ha stabilito il Capo dello Stato dopo un colloquio con il premier Enrico Letta in seguito all’uscita dalla maggioranza di Forza Italia. Atteso per oggi alle 19 in Senato il voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Si prevedono tensioni in piazza per manifestazione pro cavaliere indetta da Forza Italia.
FIDUCIA DOPPIA -Dopo lo strappo di Forza Italia, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questa sera al Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, al rientro dal vertice italo-russo di Trieste. Entrambi hanno preso atto della decisione comunicata dai Presidenti dei gruppi parlamentari di Forza Italia di esprimere voto contrario sulla legge di stabilità su cui il governo ha posto la questione di fiducia. “La necessità che ne consegue di verificare la sussistenza di una maggioranza a sostegno dell’attuale governo – ha scritto in una nota il Quirinale – sarà soddisfatta in brevissimo tempo durante la seduta in corso al Senato con la discussione e la votazione sulla già posta questione di fiducia”. L’annuncio arriva dopo che i capigruppo di Fi alla Camera e al Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, hanno comunicato che il partito si toglie dalla maggioranza e hanno chiesto che il premier Letta salga al Colle per riferire della nuova maggioranza al Capo dello Stato. Lo scontro è anche tra Pd e Forza Italia, che si confrontano prima sulla legge di Stabilità poi sulla questione decadenza del Cavaliere.
E’ l’ultimo atto di un balletto tra Governo e vecchia maggioranza di cui il voto sulla legge di stabilità è soltanto il pretesto. Domani infatti, alle 19, il Senato voterà la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi e oggi i fedelissimi del Cavaliere fanno la voce grossa e consumano quella separazione dalla maggioranza del governo di Enrico Letta e Angelino Alfano.
“Avevamo visto giusto, avevamo visto lontano. Sapevamo che sarebbe finita così e adesso siamo alla cronaca di un esito ampiamente annunciato. Avevamo detto e ripetiamo che è sbagliato sabotare il governo e portare il Paese al voto, per di più con questa legge elettorale a seguito della decadenza del presidente Berlusconi, decadenza che consideriamo del tutto ingiusta”, ha detto il leader di Nuovo centrodestra, Angelino Alfano. “La legge di stabilità, che comunque non aumenta le tasse ed è ancora migliorabile alla Camera, però, è diventata una scusa – ha aggiunto – , un pretesto che non regge di fronte alla difficoltà di un Paese che ha bisogno di un buon governo e non del buio di una crisi senza sbocco e senza prospettive”.