Roma, 26 nov. (LaPresse) – Con la lettera che il Presidente della Repubblica ha inviato il 31 ottobre scorso al Presidente della Corte di Assise di Palermo si è ritenuto doveroso offrire all’Organo giudicante elementi di fatto idonei a valutare più approfonditamente l’utilità della testimonianza del Capo dello Stato, la quale è stata ammessa dalla Corte stessa, a norma dell’art. 190 del codice di procedura penale, solo in quanto non manifestamente superflua o irrilevante. Lo si precisa in relazione ad interpretazioni non corrette riportate dalla stampa. La lettera inviata, pertanto, non preannuncia alcuna determinazione del Presidente a questo riguardo. Neanche quella di “non andare a Palermo” (come impropriamente si è scritto) per rendere una testimonianza, che comunque dovrebbe, per espresso disposto di legge, essere acquisita nel luogo in cui esercita le sue funzioni, ossia al Quirinale. Lo comunica il Colle.
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