Milano, 15 dic. (LaPresse) – Ha preso il via questa mattina alle 10.30 l’assemblea nazionale del Pd al centro congressi della vecchia Fiera di Milano. E’ stato il giorno di Matteo Renzi che è diventato ufficialmente segretario del partito dopo l’elezione alle primarie della scorsa settimana. Oggi è stata anche ratificata la nomina di Gianni Cuperlo a presidente del partito, il secondo classificato delle primarie.
Matteo Renzi, dopo aver salutato decine di presenti e notabili del partito, ha preso posto in prima fila all’assemblea nazionale del Pd, tra Marianna Madia ed Enrico Letta. Dopo una serie di immagini sul maxischermo alle spalle del palco, trasformato in una grande tastiera di pianoforte, è comparsa la scritta ‘Il meglio deve ancora venire’ prima dell’esecuzione dell’Inno di Mameli.
ENRICO LETTA – Al Congresso, prima di Renzi, ha preso la parola il premier Enrico Letta, appena tornato da Beirut. “Vorrei ringraziare i segretari che hanno preceduto Matteo Renzi, Gugliemo Epifani e Pier Luigi Bersani. Il loro lavoro è stato importante” per traghettare il Pd nell’ultimo anno, ha detto il premier Enrico in un passaggio del suo intervento. “Voglio ringraziare i candidati che hanno conteso a Matteo la segreteria – ha concluso – Gianni Cuperlo e Pippo Civati e vorrei ringraziare Gianni Cuperlo per aver accettato la presidenza del partito”. A 8 mesi dalla mancata elezione di Romano Prodi al Quirinale, ha aggiunto, “siamo qui in una condizione in cui il nostro partito è il baricentro e il pilastro della democrazia italiana, vorrei che fOsse chiaro a noi stessi”.
“Dobbiamo lavorare Matteo – ha detto Letta rivolgendosi direttamente a Renzi – perchè dai giornali si tolgano i retroscena tra noi due”. “Basta, è inutile che scriviate – ha detto rivolgendosi ai giornalisti – non ci sono retroscena. C’è bisogno di unità nel nostro partito. Dall’unità del Pd dipende il futuro del nostro Paese”. Poi il presidente del Consiglio ha voluto puntualizzare: “Renzi ha stravinto le primarie, ha scelto Cuperlo alla presidenza perché ha capito che tutti insieme dobbiamo lavorare per uscire dalla crisi con un ruolo centrale dei partiti. L’Italia ce la farà se il Pd ce la farà, uniti non ci batte nessuno”.
MATTEO RENZI – Quando Matteo Renzi ha preso la parola ha parlato dell’incarico a Cuperlo e del futuro del partito: “La richiesta a Gianni Cuperlo di diventare il presidente del Pd, è tutto tranne che un ‘do ut des’, il partito ha indicato qual’è la direzione, ma insieme si è capaci di riconoscere meglio pregi e difetti uno dell’altro”. “Non si tratta di fare la pace tra noi e Berlusconi ma tra noi e gli italiani”, ha aggiunto Renzi, per il quale la sua elezione alla guida del Pd è “un’occasione per cambiare l’Italia attraverso il Pd”. Si tratta, ha spiegato Renzi, di “un ultimo appello perché l’Italia restituisca la dignità della politica”.
Poi da Renzi è arrivato l’attacco a Grillo: “Beppe ci stai o sei per l’ennesima volta un chiacchierone e l’espressione buffone vale anche per te?”, ha detto Renzi replicando all’invito fatto dal leader del M5S a Renzi di rinunciare ai 40 milioni di rimborso elettorale del Pd. Renzi ha definito l’M5S “una realtà virtuale oltre ad una realtà vera”. L’M5S “prende di mira in tanti contro uno, lo fa non mostrando la faccia. Quando un cittadino deve scrivere Riccardo Nuti detto Grillo per farsi eleggere assistiamo alla fine della responsabilità personale. Io chiedo a tutti i delegati e le delegate di metterci la faccia – ha proseguito Renzi – nelle ultime settimane hanno scritto sul loro sito ‘Renzie come Fonzie firma qua’, chiedendoci di rinunciare a 40 milioni di finanziamento ai partiti e allora. Allora io dico, Beppe firma qua, se sei serio con quello che hai detto allora firma qua, io sono disponibile”. Renzi ha quindi invitato Grillo a chiedere ai suoi 60 senatori di firmare le proposte del Pd sulla trasformazione del Senato in camera della autonomie, sulla riforma della legge elettorale e sulle misure che permettono un risparmio di 1 miliardo nei costi della politica. “Noi, il Pd lo mettiamo davanti e non abbiamo paura. Se ci stai si fa”, ha concluso Renzi che ha ricordato come il Pd non voglia fare il governo con Beppe Grillo ma solo chiederne l’appoggio. “Senza di noi le riforme non si fanno ma noi da soli non ce la facciamo è la nostra bellezza e la nostra rovina”, ha concluso. “Non vogliamo un governo con Grillo”, ha infine precisato Renzi.
L’ultimo atto dell’assemblea nazionale è stata la lettura dell’elenco degli oltre 120 componenti della direzione nazionale del partito. Oltre agli eletti, ne fanno parte per statuto anche tutti gli ex premier nonché gli ex segretari. Ecco quindi comparire nell’elenco Romano Prodi, Massimo D’Alema, Enrico Letta, Pier Luigi Bersani, Dario Franceschi, Guglielmo Epifani e Valter Veltroni.
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