Roma, 2 feb. (LaPresse) – “Quella era istigazione alla violenza sessista. La cosa più sconsolante è che i commenti che ci sono sul blog sono a sfondo sessista. Chi partecipa a questi sondaggi non ha interesse al confronto ma a insultare. Questi sono tutti potenziali stupratori”. Lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini a ‘Che tempo che fa’ condotto da Fabio Fazio su Rai3, a proposito degli insulti sul blog di Beppe Grillo nei suoi confronti.
“Quello che è accaduto – ha proseguito la presidente della Camera – è una terribile onda di violenza che si è scagliata contro i banchi del governo. E’ scoppiato il finimondo. Ho visto persone che gridavano, che non erano più in grado di trattenersi. Due deputati del M5S mi hanno gridato ingiurie di ogni genere”. “A me questo fa venire alla mente qualcosa di brutto – ha aggiunto ancora la Boldrini – Qualche decennio fa il nostro Parlamento era esautorato. Si cercava di fermare la democrazia. Tutto questo non è tollerabile. Si cerca delegittimare le istituzioni. Il tentativo di delegittimare il presidente della Repubblica, basato sul nulla, a cosa porta?”.
“Loro non sono mai d’accordo – ha detto poi riferendosi ai deputati grillini – perché vogliono dimostrare che nulla si può riformare dall’interno, ma che tutto deve essere distrutto, spazzato via. Dal loro punto di vista, in questi nove mesi si è visto, o si vota contro o ci si astiene”. “Il mio – ha detto – è un appello a tutti i gruppi, di tornare su una strada di rispetto reciproco, perché altrimenti questo va a discapito della qualità della nostra democrazia”. E riferendosi ancora agli scontri in occasione della votazione sul decreto Imu-Bankitalia, Boldrini ha affermato: “Mi auguro che questa sia una parentesi, molto dolorosa, ma che sia una parentesi”.
“Dovevo o far pagare l’Imu agli italiani o far decadere il decreto. Ero in mezzo a due fuochi – ha spiegato – Se fosse decaduto il decreto legge, la minoranza avrebbe prevalso sulla maggioranza, che peraltro si era già espressa. Io, in una posizione di garanzia, dovevo rispondere ai miei impegni verso la Costituzione e verso gli italiani. Lo strumento della tagliola è stato applicato per la prima volta perché è la prima volta che l’opposizione non si fermava un attimo prima di costringere il presidente della Camera a dover prendere questa misura”. “Io mi sono presa anche la responsabilità degli altri, e questo sia chiaro – ha concluso – La tagliola è una cosa che altri presidenti avevano minacciato, ma non hanno dovuto usarla”.
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