Di Andrea Capello,
Sochi 8 feb. (LaPresse) – Ventiquattro ore di ‘ossigenazione’ dalla politica e di incontri con l’obiettivo di spingere la possibile candidatura italiana per i Giochi Olimpici del 2024. Il premier Enrico Letta a Sochi ha trovato cielo terso ed una fresca brezza marina. A Roma, invece, lo attendono nubi ed un duro lavoro ma tornerà in Italia felice e consapevole di aver compiuto i passi giusti per aiutare il Coni ed il suo presidente Giovanni Malagò nella corsa verso il grande sogno di riportare le Olimpiadi in Italia. “Ho presentato nuovamente l’intenzione del governo di portare avanti la candidatura dell’Italia per i Giochi del 2024 – ha detto senza giri di parole in un incontro con la stampa a Casa Italia – Per il 2020 (l’edizione a cui il governo Monti rinunciò, ndr) la candidatura di Tokio era imbattibile, anche per questioni emotive legate al terremoto quindi non ritengo un errore essersi ritirati. Quella per il 2024, invece, è una partita giocabile perché non vedo una candidatura sovrastante come quella del Giappone”.

Letta ha raccontato di aver ricevuto grande consenso in merito “in tutti i viaggi che ho fatto intorno al mondo, anche nell’ultimo nel Golfo, tutti ci dicono la stessa cosa: se siete affidabili ed organizzati non vi batte nessuno perche a parità di affidabilità ed organizzazione preferiamo voi agli altri. Avete maggiori capacità di attrazione legata a valori di cultura e modo di fare”. “Fatti e sogni” è lo slogan con il quale, secondo Letta, l’Italia deve approcciare la possibile decisione di scendere in campo. Ma il profilo resta molto basso. “Il 2024 si gioca sui tempi (3 anni per la decisione finale ed un anno e mezzo per la candidatura, ndr) ma in ogni caso l’Italia non farà nessuna cosa che sia oltre la propria portata – ha precisato – Per noi un’Olimpiade con i costi di Sochi non è sostenibile. Nessuno comunque se la aspetterebbe così. Se vinceremo sarà per una candidatura intimamente connessa all’Italia ed all’italianità”.

Musica per le orecchie del numero uno del comitato olimpico italiano Giovanni Malagò, che oggi ha accompagnato il premier al villaggio atleti. “La presenza di Enrico Letta è stata fondamentale. Lo ringrazio personalmente. E’ stato tirato per la giacchetta da molte parti ma è stato di parola come sempre nella sua vita ed i fatti gli hanno dato ragione”, ha argomentaoto riferendosi alle polemiche legate alla legge ‘anti gay’ varata da Putin ed al boicottaggio di molti leader. “La cosa migliore, come ho già detto altre volte, è esserci ed esprimere la propria opinione”, ha aggiunto. “La presenza di Letta è stata apprezzata anche dal numero uno del Cio, Thomas Bach – ha rivelato Malagò – Abbiamo bisogno che lo sport italiano abbia il governo vicino e questo lo è stato moltissimo”. Un perfetto ‘gioco di squadra’ (un termine usato da Letta anche per la sua compagine di Governo, ndr) per covincere il mondo ad avere fiducia nell’Italia e nelle sue capacità.

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