Roma, 10 feb. (LaPresse) – “L’imputazione proposta dalle autoritß indiane” per i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è “inaccettabile”. Così su Twitter il primo ministro, Enrico Letta, commenta la richiesta avanzata dalla pubblica accusa, nel corso dell’udienza di stamattina alla Corte suprema indiana, di applicare il SUA Act, cioè la legge antiterrorismo. “L’uso del concetto di terrorismo è da rifiutare in toto”, aggiunge su Twitter Letta, annunciando che “Italia e Ue” reagiranno.

In una nota Palazzo Chigi commenta la notizia definendo l’applicazione del SUA Act come un’ipotesi sconcertante: “Il capo d’imputazione presentato oggi in India dall’Attorney General, che prevede di giudicare il caso dei due fucilieri di marina italiani sulla base della legge antipirateria (SUA) è assolutamente sproporzionato e incomprensibile: assimila l’incidente a un atto di terrorismo. L’Italia non è un Paese terrorista”. “Qualora fosse convalidata dalla Corte Suprema, questa tesi sarebbe assolutamente inaccettabile – si legge ancora nella nota -. Si tratterebbe di una decisione lesiva della dignità dell’Italia quale Stato sovrano, di cui i due fucilieri della Marina sono organi impegnati nel contrasto alla pirateria conformemente alla legislazione italiana, al diritto internazionale e alle decisioni rilevanti del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Si tratterebbe di un esito di estrema gravità, sconcertante e contradditorio. Esso comporterebbe conseguenze negative nelle relazioni con l’Italia e con l’Unione Europea, con ripercussioni altrettanto negative anche sulla lotta globale contro la pirateria”. “Il Governo italiano chiede che la Corte Suprema – specificano da Palazzo Chigi – nella propria seduta del 18 febbraio prossimo, decida di portare il caso nella sua corretta dimensione, in ottemperanza con la sentenza del 18 gennaio 2013 della stessa Corte che ha escluso la SUA tra le normative di riferimento ammesse per questo giudizio. Alla luce della decisione della Corte Suprema, il Governo si riserva di assumere ogni iniziativa. Dopo due anni senza un capo d’accusa, non intendiamo recedere dal nostro obiettivo di riportare quanto prima a casa Salvatore Girone e Massimiliano Latorre e di vedere riconosciuti la loro dignità ed i loro diritti”.

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