Napolitano contattò Monti già in estate 2011. Anticipazioni libro Friedman scatenano esponenti FI

Roma, 10 feb. (LaPresse) – Giorgio Napolitano avrebbe contattato per la carica di premier Mario Monti già nell’estate del 2011. E’ quanto emerge dalle anticipazione del libro di Alain Friedman, intitolato ‘Ammazziamo il gattopardo’, e riportate da ‘Il Corriere della Sera’. Napolitano avrebbe quindi contattato Monti circa quattro o cinque mesi prima della nomina dell’allora presidente della Bocconi a Palazzo Chigi il 13 novembre 2011. La notizia ha scatenato subito una pioggia di commenti provenienti dagli esponenti di Forza Italia.

LE REAZIONI DI FORZA ITALIA

BRUNETTA – “Le rivelazioni del ‘Corriere della Sera’, circa un interessamento da parte del presidente della Repubblica nei confronti del professor Mario Monti per una eventuale sostituzione del presidente Berlusconi già nel mese di giugno del 2011, destano grandissime preoccupazioni in ordine ai compiti del presidente della Repubblica, ai suoi doveri nel rispetto della Costituzione”. Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputai, ai microfoni del Tg2.

RONZULLI – “Dalle testimonianze fornite da Alan Friedman emerge in maniera direi inquietante che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, andando ben al di là delle sue prerogative costituzionali, non fu arbitro imparziale ma giocatore attivo per far cadere il governo Berlusconi democraticamente eletto e sostituirlo con uno ‘tecnico’ guidato da Mario Monti”, afferma Licia Ronzulli, portavoce della delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo. “Con questo comportamento – continua Ronzulli – Napolitano conclude la sua lunga carriera politica nel modo peggiore. Se le testimonianze dovessero essere confermate, con che coscienza potrebbe ricoprire ancora il suo ruolo attuale? Dal capo dello Stato ci aspettiamo parole chiare perché permangono forti dubbi sulla correttezza del comportamento che tenne in quel delicato frangente della nostra storia recente”.

SANTELLI – Jole Santelli, sempre di FI, invece ha commentato: “Le sconcertanti rivelazioni raccolte da Alan Friedman dimostrano come la tesi di Berlusconi sulla caduta pilotata del suo governo e su una trama politica contro di lui che veniva tessuta da lungo tempo è comprovata da testi e attestata da fatti specifici. Qualcuno nei mesi scorsi ha fatto sorrisetti sarcastici quando veniva evocato questo scenario, oggi che è svelato i silenzi e le secche risposte indignate devono lasciar posto alle spiegazioni. Certo appare strano come a venir tenuti in considerazione, ad essere protagonisti di questo scenario sono avversari storici di Berlusconi come De Benedetti o Prodi. A questo punto la salvaguardia della democrazia e la trasparenza dell’operato delle istituzioni impongono parole di verità”.

D’ALESSANDRO – Dure anche le parole di Luca D’Alessandro. “Giorgio Napolitano, non contento di stare al Colle, andò per Monti. E non lo fece all’approssimarsi dell’inverno, ma all’inizio dell’estate, quando la morsa dello spread era ancora lontana. Ubbidiente ai diktat della Merkel, il capo dello Stato si è messo al lavoro per scalzare da Palazzo Chigi Silvio Berlusconi con un logoramento che, dalle parole dello stesso Monti, ha preceduto di almeno cinque mesi la vera crisi di governo”.

GIBIINO – “Un piano volto a sostituire un governo voluto dal popolo con un esecutivo tecnico, amico solo delle banche e di Berlino. Il vero obiettivo? Il solito, da sempre: cancellare Silvio Berlusconi dalla scena politica nazionale e internazionale incolpando per di più il governo di centrodestra della crisi economica vissuta dal Paese”. Così il senatore Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia. “Dalle pagine del libro di Alan Friedman, dalla testimonianza di Mario Monti – prosegue Gibiino – emerge un quadro a dir poco inquietante, del quale sarebbe stato protagonista un Giorgio Napolitano determinato a sostituire il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con una figura gradita ai potentati europei e alle sinistre di casa nostra. Si scoprano definitivamente le carte su quanto accadde nell’estate del 2011, di chi fu la regia della cacciata del Cavaliere? La versione di Mario Monti corrisponde al vero? Dovere del Capo dello Stato è fare immediata chiarezza”.