Milano, 21 mar. (LaPresse) – "Si ottiene la definitiva conferma che i conferimenti dei contratti legali erano chiaramente viziati, ma si nota soprattutto la piena consapevolezza di tutte le parti in causa di agire in un ambito di diffusa illegalità, compresi i vertici della Regione Lombardia". E' quanto si legge nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Milano, Andrea Ghinetti, a carico del direttore generale dimissionario di Infrastrutture Lombarde, Antonio Rognoni, in carcere da ieri per un presunto giro di appalti truccati che la stessa Procura stima intorno ai 224 milioni di euro. Con lui sono state arrestate altre 7 persone.
E' stato fissato per l'inizio della prossima settimana, forse già per lunedì 24 marzo, l'interrogatorio di garanzia di Antonio Rognoni. Tra lunedì e martedi, inoltre, il gip Andrea Ghinetti ascolterà anche il capo dell'ufficio gare e appalti della Ilspa, Pier Paolo Perez, anche in carcere da ieri, il direttore amministrativo della società Maurizio Malandra, ai domiciliari come gli avvocati Carmen Leo, Fabrizio Magrì, Sergio De Sio e l'ingegnere Salvatore Primerano. Dopo di loro saranno sentiti i nove indagati, indicati nell'ordinanza, per i quali il gip, su richiesta dei pm Alfredo Robledo e dei pm Antonio D'Alessio e Paola Pirotta, ha disposto l'interdizione da attività direttive e alla professione disposte dal gip. Tra loro c'è anche Giuseppe De Donno, ad della G-Risk, società che opera nel settore della sicurezza privata. De Donno è un ex ufficiale del Ros, tra i protagonisti della cosiddetta trattativa Stato-Mafia.
Il governatore Lombardo Roberto Maroni si è detto deciso a fare "chiarezza" sulla vicenda al centro dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Antonio Rognoni. "La Regione non ha nulla da nascondere, stiamo leggendo e studiando le carte dell'ordinanza, sono centinaia di pagine. Ho già detto al presidente del Consiglio regionale Raffale Cattaneo, che, come richiesto da alcune forze politiche, sono pronto a riferire in Aula già martedì prossimo. Aspetto che mi dia una risposta in tal senso", ha aggiunto Maroni, questa mattina, a margine di un incontro pubblico contro le mafie, organizzato all'Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli. "Da quanto emerge – ha sottolineato il presidente – i fatti contestati riguardano un periodo precedente, 2008-2012, all'attuale Governo della Regione Lombardia. Stiamo facendo tutti gli approfondimenti, ma, non avendo nulla da nascondere, anzi, essendo il primo a voler far luce su questa vicenda, stiamo verificando ogni cosa e martedì sono disponibile a riferire in Consiglio".
"Stiamo facendo tutte le verifiche del caso – ha detto ancora -, perché quanto successo rischia di avere delle ripercussioni anche su Expo. Vedrò oggi il commissario unico Giuseppe Sala, ho già parlato con il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, lunedì faremo un incontro anche con lui. Adesso la priorità è che le operazioni che Infrastrutture Lombarde faceva su Expo non fermino i lavori per l'Esposizione universale. Il rischio esiste e io voglio scongiurarlo".
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